Capital Group: come Investire con Grande Successo nel Lungo Termine.
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Il mio mantra per investire con Successo “Lungo Termine”, è condiviso dalle società di gestione di Patrimoni più importanti, più grandi e con più esperienza sul campo del mondo.
Oggi ho intervistato Cristina Mazzurana, managing director per Capital Group. Un super gruppo mondiale che gestisce 2.600 miliardi di asset. Il gestore ci darà tante chicche sui grandi investitori di oggi e di ieri.
Ho fatto questa intervista in video, la puoi vedere sul mio canale YouTube.
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Alfonso Selva: Ciao, Cristina, benvenuta. Ti lascio subito la parola per spiegarci che cosa è Capital Group, di cui fai parte. Cosa fate nel mondo? Da quanto esiste? Qual è il vostro obiettivo?
Cristina Mazzurana: Grazie mille. Capital Group è una società di gestione del risparmio americana. È stata fondata a Los Angeles nel 1931.
Una data emblematica perché si tratta di alcuni anni dopo lo scoppio della grande depressione del 1929. Quindi sicuramente non un momento particolarmente favorevole per presentarsi come gestore di risparmio. Questo però tutto sommato permea e fa parte del nostro DNA perché il modo con cui noi investiamo il denaro dei nostri clienti tiene sempre in considerazione gli aspetti emotivi: il fatto che la perdita può creare veramente grandi difficoltà emotive e, non solo, anche finanziarie ai nostri clienti.
Alfonso Selva: Eravate pronti nel 2008, dopo il ’29 il 2008 ti fa un baffo, come si dice a Roma, no?
Cristina Mazzurana: Non è stato sicuramente semplice, ma la storia ci insegna che i mercati finanziari non hanno un andamento lineare. È un andamento sicuramente di crescita nel tempo.
Leggevo un’intervista correlata all’andamento dei mercati alla crescita della popolazione e del PIL. Questo è inevitabile.
Noi sappiamo che da qua al 2050 saremo qualche miliardo in più di persone, indubbiamente il nostro PIL a livello globale sarà più ampio. Questo è un indicatore: tra i prossimi 10,15,20 anni i mercati azionari interpreteranno al meglio questa crescita. Ma non sarà una crescita lineare, bensì un po’ ostacolata dagli eventi, dai momenti di breve periodo.
Tenendo conto di questo bisogna cercare di spegnere un pochino i riflettori sul brevissimo termine, sulle notizie che ci turbano, ricordiamoci che le notizie principalmente sono negative, difficile che il telegiornale apra con quelle positive.
Alfonso Selva: Ho scritto un articolo dove ricordavo che quando le borse la settimana vanno male i titoli riportano subito cose come: bruciati mille miliardi in borsa. Però poi quando dopo una settimana risalgono e fanno + 5, +10, non c’è uno strillo che lo riporta.
Cristina Mazzurana: C’è sempre l’allarme dell’incendio e non sul fatto che è stato spento. Memori di ciò e con i 90 anni di storia di questa società.
Alfonso Selva: Cristina, quanto gestite al mondo?
Cristina Mazzurana: Siamo il più grande gestore attivo al mondo, con più di 2600 miliardi di masse, e circa gli ultimi dati, un po’ vecchiotti, quindi sicuramente saranno aumentati, ci davano 57 milioni di clienti privati. Non direttamente serviti da noi, perché noi facciamo solamente gestione del risparmio, in fondi, in prodotti UCITS o fondi di statuto americano.
Questi vengono poi distribuiti dalle aziende con cui collaboriamo, una di queste da te ben rappresentata, alla clientela finale. Noi non parliamo direttamente al cliente.
Alfonso Selva: Diciamo che voi ci date lo strumento, noi parliamo con i clienti e vediamo quale dei vostri strumenti, insieme con tutti i vostri concorrenti, perché non siete soli chiaramente, ma viva la concorrenza che spinge a migliorarsi sempre di più.
Noi scegliamo per ogni cliente il migliore gestore a cui affidare una parte del patrimonio. E voi, con 2600 miliardi non sono bruscolini.
Cristina Mazzurana: È più del PIL italiano. Una quota davvero importante che ci rende di fatto uno dei più grossi. Con una gestione però, questo ci tengo a sottolinearlo, molto semplice.
Non aspettatevi da Capital Group operazioni inattive, ma non perché non vadano bene ma perché non fanno parte del nostro DNA. Andiamo ad investire in titoli quotati, facilmente ritrovabili sui mercati azionari e obbligazionari e non usiamo strumenti derivati.
Tutto quello su cui investiamo è estremamente leggibile e facilmente comprensibile. Noi sposiamo il fatto che più è semplice più è produttivo.
Alfonso Selva: abbiamo deciso di dare il titolo Come investire con successo nel lungo termine a questa nostra chiacchierata perché voi siete un gestore attivo. Che vuol dire che gestite attivamente il denaro dei clienti non lasciandolo su un indice e poi come va va. Assolutamente no.
Complementarmente all’ottica della gestione, avete infatti ottenuto dei buonissimi risultati nel tempo, c’è l’ottica a lungo termine.
Non guardare la notizia recente, la febbre alta di tassi, la piccola crisi, che ti fanno preoccupare. Bisogna stare tranquilli perché non è questo quello che ci sconvolge.
Cristina Mazzurana: Esattamente ma anche perché la gestione del denaro dovrebbe essere una componente che gestiamo come il resto della nostra vita. Di fronte alle avversità non è che noi chiudiamo la porta e scappiamo. Molto spesso, invece, quando si parla di gestione del denaro, a fronte di una situazione complicata, in una correzione del mercato eccetera, la tipica cosa che si fa è quella di chiudere, cioè vendo.
Una cosa che in nessun’altra situazione della vita facciamo. Non lo facciamo con gli immobili che ci rimangono sul groppone per decenni. Il fatto di vederli, di toccarli, di aprire la porta di casa, ci dà la sensazione che il valore sia quello.
Alfonso Selva: Diciamo la verità. Dal 2008 ad oggi i valori medi delle case hanno perso dal 20% al 40% in base alla loro posizione. Hanno perso tanto ma nessuno controlla quanto vale il proprio immobile. Mentre con noi lo fanno, perché è semplice e ogni giorno si può vedere quanto vale il patrimonio.
Cristina Mazzurana: in un mondo perfetto dovremmo dare i risultati delle nostre strategie, dei nostri fondi, una volta all’anno. Questo per costringere a comportamenti virtuosi. Ovviamente la pratica, la prassi, la legge non ci consente di fare.
Per esempio: è molto più semplice quando si parla di asset in liquidi perché il più delle volte i loro nav, il loro valore, non viene espresso quotidianamente, ma settimanalmente o in tempi più lunghi.
Faccio un esempio di casa: mio cognato ha investito, correttamente, su arte virtualmente, comprando il pezzettino d’arte eccetera 3 anni fa. L’ha venduta e ha fatto il 30% molto soddisfatto. Io gli ho detto che se avesse investito in azioni avrebbe fatto il 70%.
Peccato che l’azionario spaventa molto di più che non approcciare l’investimento, in questo caso, in campo di arte. È bene avere un approccio diversificato agli investimenti.
Alfonso Selva: Bisogna avere tutto. Un po’ di immobili, un po’ di finanza, un po’ di oro. Diversificare.
Cristina Mazzurana: Non ci deve spaventare. Questo è un aspetto su cui spesso, anche noi come consulenti, quando abbiamo un asset class o qualcosa che non va particolarmente bene nel portafoglio di un cliente magari la cambiamo. Bisognerebbe fare l’opposto: se un asset class va molto bene la scarico e ricarico invece quella che è andata meno bene.
Alfonso Selva: La classica cosa di fare il contrario di quello che fanno tutti.
Cristina Mazzurana: Esattamente.
Alfonso Selva: So che hai preparato delle slide per contestualizzare un po’ la cosa e per dare delle notizie. Mi piace moltissimo quando ci sono dei grafici per confermare qualcosa che non dico solo io, che potrei essere un signor nessuno, ma è frutto di studi fatti a livello mondiale.
Cristina Mazzurana: A proposito del comportamento da tenere, cito questa frase di Benjamin Graham. È stato un professore universitario nonché l’investitore di maggior successo al mondo. Suo successore e tra virgolette alunno è un certo Warren Buffett che devo dire ha appreso molto bene le lezioni del proprio maestro.
Benjamin Graham diceva che il mercato è un pendolo: oscilla, non è fermo, non è statico. E oscilla tra ottimismo e pessimismo.
In teoria l’investitore intelligente dovrebbe fare l’opposto di quello che fa. Vende quando tutto va bene e compra quando tutto va male.
È la logica di chi va a fare acquisti ai saldi.
Se entro in un negozio firmato e compro la borsa Gucci al 50% del prezzo non è che quella borsa lì è più brutta o meno valida di quando costava €2000 e io la porto a casa a mille. Semplicemente mi sto portando a casa qualcosa che vale sul mercato 2000, a 1000. Quindi ho fatto un grande affare.
Lo stesso vale per le azioni. Quelle volte che il mercato ci dà l’opportunità di correzioni del 10-15-20%, più ampie sono rare, ci sono state nel 2008, piuttosto che appunto negli anni precedenti, ma sono rare.
Quando capitano queste situazioni bisogna saltare a piedi uniti nelle opportunità e acquistare più che vendere. Perché vendere sarà probabilmente fatto al momento più sbagliato cioè quando ormai si è toccato il fondo.
Alfonso Selva: Hai parlato di comprare l’azione, ma non la singola azione, che io sconsiglio assolutamente ma di fare, ma usando i fondi comuni come i vostri.
Perché la singola azione può essere molto fortunata e guadagnare tanti soldi, molto sfortunata e perderli tutti. In un fondo invece c’è un gestore, che la conosce, la studia, la segue nel tempo, la analizza. Va sul posto.
Gli analisti come voi vanno sul posto: vedono che effettivamente esiste quella società, che cosa fa, chiedono i bilanci. Fate tutto un lavoro che sembra una stupidata ma è enorme.
Un fondo non ha una singola azione, ne ha 30-50-200. Se una va male, le altre 99 vanno bene.
Azione sì, ma non la singola azione.
Cristina Mazzurana: Assolutamente sì. Tornando al tema delle correzioni di mercato prendiamo in esame un orizzonte temporale piuttosto lungo: si parte dalla fine degli anni 60 fino ad arrivare a tempi a tempi più recenti. Prendiamo in esame l’indice S&P 500, l’indice delle 500 aziende più capitalizzate del mercato americano.
Alfonso Selva: Diciamo che è l’indice di riferimento mondiale quando si fanno delle comparazioni. È quello più completo, quello che prende più aziende, quello che è sempre stato considerato. Per esempio il Dow Jones sono molto poche ed è meno rappresentativo.
Cristina Mazzurana: Assolutamente. Si tratta di un mercato molto perfetto.
Si tende a parlare di azionario americano perché è un mercato con un volume di transazioni e volumi di attività per cui le forze di mercato agiscono in maniera tendenzialmente corretta.
È anche un indice difficile da battere proprio per questa sua capacità di assorbire le informazioni e di adeguarsi in tempi molto rapidi alle informazioni stesse.
L’informazione c’è ed è per tutti e quindi è difficile fare grossi affari perché quando si parla di azionario americano, il mercato è molto efficiente.
Quello che emerge dal grafico che abbiamo qui davanti è che fasi di rialzo e ribasso si alternano e si susseguono.
In realtà dagli anni 60 ad oggi possiamo contare sei fasi di ribasso e sei fasi rialziste. Lo stesso numero.
Qual è l’enorme differenza? Le fasi di rialzo sono molto più ampie sia in termini di rendimenti, cioè di ampiezza del rialzo, che di durata temporale.
Il rialzo non è lineare: ci saranno dei momenti in cui il mercato storna. Non è una linea retta.
Le fasi di rialzo sono indubbiamente più importanti, temporalmente parlando, ma anche in termini di apporto di ampiezza del movimento, e le fasi ribassiste, che sono altrettanto numerose, però mediamente durano meno. Durano 13 mesi contro i 76 della fase rialzista.
Il ribasso medio degli ultimi 50 anni è stato del 35% contro un rialzo medio indubbiamente molto più ampio del 250%.
Quindi che consente assolutamente di assorbire in tempi importanti quel ribasso, anzi di aggiungere valore.
Alfonso Selva: Proprio per questo diciamo “a lungo termine”. Se io entro nel momento in cui la borsa sta crollando, può succedere, può capitare quel periodo, e guardo solo quello, allora dico che la borsa non vale niente, perdo tutto.
Se ho la pazienza di dare al mercato il respiro giusto, i cinque, dieci anni, allora ho un periodo di ribasso ma anche un periodo di rialzo e quindi alla fine il risultato è molto positivo.
Per questo diciamo “a lungo termine”: perché nel brevissimo è tutto affidato a fortuna o sfortuna.
Nel medio termine è bravura.
Cristina Mazzurana: Assolutamente sì. Un altro modo di parlare dello stesso concetto è quello di prendere in esame un investitore ipotetico, addirittura qui l’orizzonte temporale diventa lunghissimo, sono 80 anni, dal ‘41 ad oggi, che invece ancora una volta in azioni americane. In questo caso Parliamo di un fondo di Capital Group, che ai tempi esisteva già perché in realtà è stato lanciato nel 1934.
Il grafico parte dagli anni 40 perché è negli anni 40 che questo fondo dall’essere chiuso diventa un fondo investibile per i privati americani. Quindi diciamo è tangibile, non sono risultati ipotetici, fittizi.
Abbiamo preso delle date che hanno segnato negativamente la storia americana e a volte anche la storia globale.
Il 7 dicembre del ’41, per esempio, c’è il bombardamento di Pearl Harbour. Immaginiamo quanto potesse essere ottimista un investitore e che andasse a investire una cifra importante, per i tempi, di diecimila dollari, nel momento peggiore. Perché si poteva immaginare una guerra persa, per gli americani, dopo il bombardamento giapponese.
Oppure il 4 dicembre del ’57, quando i russi arrivarono primi sulla luna. Anche quello è un momento storico difficile per l’allora presidente Kennedy.
O anche il ‘61 quando viene eretto il muro di Berlino. Questa divisione, anche storica, tra Est e Ovest.
E così via fino ad arrivare al 11 settembre 2001.
Abbiamo preso queste date simboliche molto complicate e abbiamo immaginato un investimento di diecimila dollari. Ci siamo chiesti cosa sarebbe successo investendo in quel giorno terribile e rimanere investiti dieci anni. Perché vi ricordo, dieci anni volano.
Nel caso del 7 dicembre questi 10.000 sono diventati 32.000. Sono triplicati con un rendimento medio annuo del 12%.
Ma prendiamo anche il caso peggiore. Quello del decennio 2001-2011. Il peggiore perché abbiamo avuto la crisi delle dot com, della tecnologia, se ricorderete bene, la guerra in Iraq dopo l’abbattimento delle Torri a New York e la crisi del 2008. Quindi un decennio davvero costellato di eventi complicati.
Alfonso Selva: Ricordiamo che la crisi del 2008 è quella più devastante dopo quella del ’29.
Cristina Mazzurana: Esattamente, con perdite oltre il 40% per l’indice. Anche in un contesto così difficile e drammatico quei 10.000 dollari sono comunque aumentati.
Addirittura se avessi investito il 30 settembre 2008, con il momento difficile, poco dopo il fallimento di Lehman, quei 10.000 sono più che raddoppiati nei dieci anni successivi.
Il 20 agosto 2017 venne eletto Trump e ci furono delle minacce con la Corea e si pensava ad una imminente guerra. Mi sentirei già di mettere un numero positivo, un maggiore di zero. Perché questa è la storia.
Noi, come investitori, dobbiamo adattarci a ciò che possiamo controllare ed è questa la nostra realtà.
Tutto il resto, il come, il quando, è difficile.
Alfonso Selva: C’è una frase che dice “le previsioni economiche nel breve termine sono fatte per essere smentite”. L’hanno detto diversi grandissimi.
Cristina Mazzurana: assolutamente sì. Guarda cosa diceva Warren Buffet, in tempi non sospetti, nel ’88, ai suoi azionisti di Berkshire: non abbiamo né ora né abbiamo mai avuto né potremo mai avere nel futuro certezze su cosa faranno mercati nei prossimi 12 mesi. Né i mercati finanziari, né i tassi, né l’economia reale.
Quindi lui che è un investitore di grande successo e che tutti conosciamo sostanzialmente ti dice: non ditemi di prevedere i prossimi mesi perché non lo so fare. Però posso intuire dove andrà il mondo da qua ai prossimi 10 anni.
Ed è lì la grossa differenza. Chi potrebbe avere successo, chi sta adottando le nuove tecnologie, si sta digitalizzando in maniera più seria, chi sta investendo maggiormente nel capitale umano. Tutti questi fattori che magari non sono tangibili nel brevissimo termine, ti possono dare sicuramente un senso di quello che l’azienda potrà essere in tempi più lunghi. È lì che è probabile fare una previsione.
Alfonso Selva: Nonostante Warren Buffet sia chiamato il guru di Omaha, anche lui di cose ne ha sbagliate nella vita.
L’ha ammesso, l’ha raccontato, ha detto che ha venduto delle cose che non doveva vendere. Non ha comprato delle cose che avrebbe dovuto comprare. Li ha fatti anche lui i suoi sbagli.
Però diversificando, guardando a lungo periodo, comunque ha guadagnato.
Cristina Mazzurana: Io dico sempre: bisogna diffidare di chi non sbaglia. Chi non sbaglia ci deve mettere di fronte a dei dubbi e la storia di persone che, tendenzialmente sembravano infallibili, invece erano molto fallibili.
Non ci deve spaventare il fondo, il gestore che commette degli errori perché è umano, ci deve spaventare chi non commette mai errori, perché c’è qualcosa che ci deve far porre degli interrogativi.
Alfonso Selva: Stai parlando di quei famosi fondi dell’americano che non perdevano mai e poi si scoprì che era una truffa: Madoff.
Cristina Mazzurana: Dobbiamo porci delle domande però non ci deve spaventare il fallimento.
Già il fatto di riuscire a fare, come mercato, leggermente meglio è un ottimo risultato.
Si tende a pensare al mercato restringendo la visuale al nostro orticello. Quindi pensando all’azienda del vicino, del cugino, che non sta andando bene.
Alfonso Selva: Da italiano noi pensiamo di comprare i BTP italiani perché li conosciamo, oppure l’azione italiana.
Quando poi al cliente gli dico guarda che l’Italia nell’ambito mondiale nella famosa torta noi pesiamo sì o no per un per l’1%. Il resto è dominato dall’ America e da altri grandi player, un po’ la Cina, un po’ il Giappone. Noi non siamo niente.
Se pensi perché hai sentito l’Enel che la conosci che ti dà l’energia a casa o quell’altro perché compri la macchina Fiat stai facendo uno sbaglio enorme.
Stai concentrando nel tuo orticello, che pensi di conoscere, tutti i tuoi soldi, sbagliando.
— Fine prima parte —
Episodio 131
Cristina Mazzurana: Noi invitiamo sempre ad avere uno sguardo molto ampio e guardare al mondo.
È vero che l’Italia ora sta vivendo un momento meno difficile per tutta una serie di fattori: per i fondi che stanno arrivando eccetera.
Ricordiamoci che ogni anno nel mondo sicuramente ci sono meno poveri indipendentemente da quello che ci circonda. Ci sono sempre più persone che riescono a fare quel salto dall’essere di povertà totale a una situazione leggermente migliore o molto migliore ed è questo che poi guida la crescita.
Tantissime persone che acquistano per la prima volta un televisore, che per la prima volta si possono permettere un frigorifero, che per la prima volta hanno la lavatrice in casa. Sono ancora milioni di persone che non hanno accesso a questi servizi. E tendenzialmente il mondo è in miglioramento.
Noi vecchietti tendiamo a pensare che si stava meglio una volta. Non è così.
La speranza di vita si è allungata, quindi siamo di fronte ad una situazione che ci deve vedere ottimisti, al di là delle contingenze di brevissimo periodo.
Alfonso Selva: Hai delle slide a proposito da mostrare?
Cristina Mazzurana: Io cerco sempre di non dare tutte le colpe ai nostri clienti. Perché a volte dietro a un cliente arrabbiato, un cliente deluso, ci può essere un’eccessiva focalizzazione sui risultati di brevissimo periodo.
Alfonso Selva: Molte volte è colpa nostra, è vero, che vendiamo la performance e non diamo la consulenza su quello che è importante.
L’importante non è la performance dei sei mesi dell’anno è il raggiungimento dell’obiettivo del cliente nel lungo termine. La pensione, comprare un’altra casa, lo studio dei figli, sono le cose importanti.
Non ha senso guardare al breve termine. Perché se guardi adesso a breve termine magari non guardi a lungo e dici: in questa settimana con un capitale enorme ho perso €20000, però non hai visto quanto hai guadagnato negli ultimi 10 anni da quando ce l’ha in gestione con me.
Perché se ti soffermi a guardare questo, a gennaio è andata male, ma sono 10 anni che nella media hai fatto X all’anno.
Stiamo andando verso la realizzazione del tuo progetto, verso il tuo obiettivo? Sì? Tranquillo, andiamo avanti senza problemi.
Cristina Mazzurana: Esattamente.
La prima cosa è quella di non cadere nella trappola della performance e di individuare gli obiettivi.
Dobbiamo investire con in mente chiaramente quello che vorremmo fare con i nostri soldi. Tutti noi abbiamo una parte di obiettivi di brevissimo periodo, ma la maggior parte di noi ha obiettivi a lungo termine.
Questa è la realtà dei fatti quando noi diciamo: cosa vorrei fare? Vorrei vivere una vecchiaia serena. Vorrei che i miei figli avessero una casa. Sono tutti obiettivi di lungo respiro.
Gli obbiettivi sono pochi: possono essere di crescita e opportunamente dovrebbero essere di crescita nella fase più giovane della vita.
Mi ricordo una volta un giovanissimo tassista a Roma, che forse non arrivava i 30 anni ma neanche 25, e parlando così del più e del meno durante il tragitto dall’aeroporto alla città viene fuori che aveva investito in un prodotto assicurativo estremamente conservativo.
Gli ho detto: facciamo finta che sei mio figlio, per favore, vai subito, vai a cambiare subito il profilo. Perché tu davanti hai 40-50 anni di vita lavorativa e non puoi essere esposto a un asset class così povera di rendimento in questo momento della tua vita.
Alfonso Selva: Lo sai perché succede questo? Perché quelli che non fanno consulenza tradizionale, la banca o la posta, fanno passare la cosa del ti faccio un investimento sicuro al 100%. Ma se è sicuro al 100%, non c’è nessuna oscillazione nel medio periodo, e non guadagnerai è mai nulla.
Non lo fare, tieni quei soldi sul conto corrente, te li fai svalutare, e alla fine hai fatto la scelta migliore perché non li hai messi da nessuna parte.
Se invece tu correttamente prendi il tempo per spiegargli perché, per come, per cosa, allora il cliente capisce.
Se tu dici: ma io voglio investire in una cosa sicura perché ti dicono, il 4% sicuro senza vincoli li riprendo quando mi pare, senza oscillazioni, tutte cose che non stanno in piedi. Cose che oggi non hanno nessun senso. Magari dopo due, tre anni si rendono contro che hanno fatto una scelta sbagliata perché non è una consulenza, hanno preso una vendita.
Cristina Mazzurana: Non si è parlato di obiettivi. Non si è chiesto che cosa vorresti tu dai tuoi soldi da qua ai prossimi 10 anni, che tipo di esigenza hai nel breve termine, perché ovviamente ci sono e magari aumentano poi le esigenze di breve perché ci sono i problemi di salute, non ha più il reddito del lavoro, eccetera.
Per cui è molto importante fare questa fase preparatoria, che è lunga e potrebbe essere anche noiosa, ma ci può anche far conoscere meglio quindi un aspetto conoscitivo per noi stessi.
Come dicevamo sono obiettivi generalmente di lungo periodo, quindi a fronte di obiettivi di lungo periodo non possiamo adottare investimenti di breve.
Se vogliamo essere coerenti a fronte di quanto è lungo l’obiettivo distante nel tempo altrettanto tempo varrà dedicarlo agli investimenti.
Voglio dire una cosa in difesa degli investitori italiani che generalmente vengono raccontati risparmiatori e non come investitori.
In generale l’orizzonte temporale si è accorciato in tutto il mondo anche nel mercato americano dove se i titoli in un portafoglio medio rimanevano per diversi anni, all’inizio degli anni 60, e forse questo ha anche generato quella mole di ricchezza su cui tanti di noi fantasticano quando pensano al mondo americano, oggi questo orizzonte temporale si è ridotto a tre mesi.
È un problema attualmente di eccesso di informazione e di accesso alle informazioni che è diventato sicuramente più alla portata di tutti.
Anche numericamente parlando forse bisogna difendersi dalle informazioni piuttosto che andare a cercarle.
Alfonso Selva: Questo è figlio, negli ultimi tempi, anche del Lockdown, che ha generato tante persone senza far niente. Queste hanno cominciato a guardare e hanno avuto, soprattutto in America, dei soldi da giocare, giocavano in borsa. Gli hanno dato in mano una marea di informazioni.
È come dare a tutti una macchina da Formula 1: io non la so guidare una macchina da Formula 1. Io non sono capace, se me la dai dopo cinque metri vado a sbattere.
È quello che hanno fatto tante persone pensando “adesso faccio il Trading on-line, adesso divento ricco in poco tempo”.
È una stima che hanno fatto tantissime volte in statistica che 95-98 percento di chi fa questo perde tutti i soldi.
C’è un 1% di una persona che è bravissima, che studia, che si applica, che c’ha un risultato positivo.
Cristina Mazzurana: L’altro consiglio è quello di spegnere la televisione.
Facevamo una battuta molto simpatica: se sono un investitore di lungo termine che tipo di programmazione devo guardare? I cartoni animati.
Evita i vari canali informativi, telegiornali, informazione di tipo economica, guardati serenamente dei gran dei cartoni perché così probabilmente sarò un investitore di maggior successo.
Tendenzialmente si ingigantiscono le notizie negative e difficilmente vengono riportate le notizie positive.
Questo grafico, una rappresentazione di uno studio fatto da un ricercatore americano, Peter Sandman, ci racconta di fatto la differenza tra rischio percepito e rischio reale.
Nella parte alta del grafico troviamo quella che è la percezione dei rischi, nell’altra la misura effettiva statistica del rischio.
Vi riporto indietro di qualche anno: il 2016. Qualche anno dopo il Bataclan, qualche mese dopo gli attacchi terroristici lungo la Costa Azzurra. La paura maggiore in quel momento era, per noi italiani e per moltissimi turisti, viaggiare in Francia e subire un attacco terroristico. Quello è il rischio percepito.
La statistica, la matematica dicono che è molto difficile incappare in un attentato terroristico e quindi posso viaggiare serenamente in Francia. Non devo farmi una grande programmazione e grandi pensieri al riguardo.
Viceversa dovrei pormi qualche problema in più quando attraverso la strada. Io molto spesso attraverso la strada col telefonino in mano e controllo le mail, perché assegno una probabilità molto bassa che mi possa accadere qualcosa. Invece rischio la vita tutti i giorni. I numeri mi dicono che è molto pericoloso e dovrei stare attenta.
Alfonso Selva: è molto più probabile farsi male o morire in casa, per un incidente domestico, piuttosto che in un incidente aereo.
Cristina Mazzurana: Quindi vedete come è difficile dare il giusto peso alle notizie.
La nostra percezione tende a distorcere la realtà. Cerchiamo di non lasciarci coinvolgere dalle notizie ed essere molto più pragmatici.
L’ultimo consiglio che per me è più importante: è il tempo.
Il tempo è il grande guaritore ed è anche il grande apportatore di risultati.
C’è una formula matematica che sembra semplice ma di fatto non lo è: quella dell’interesse composto.
Se noi investiamo €1 oggi, mi fa il 10% ad un anno, l’anno prossimo, il 31 dicembre, mi troverò con 1.1. Se io faccio ancora un 10% su questo 1.1, l’anno dopo mi troverò con 1.22.
Quindi più passa il tempo più la magnitudine cresce.
IL tempo è centrale. Un interesse composito su 5 anni non mi dà grandi risultati, qualunque sia il fattore. Ho preso il 10% per facilitare i calcoli.
Più si aggiungono gli anni, specialmente superati i dieci, i venti anni, queste cifre diventano astronomiche. Non è fantascienza è realtà. Difficilmente rimaniamo investiti per così tanto tempo.
Quando viene fuori la notizia della vecchietta che ha dimenticato il libretto di risparmio alle Poste e che è rimasta investita dal ‘45 ad oggi e si ritrova con milioni. Non è perché ha fatto operazioni di chissà quale entità. Semplicemente ha lasciato lavorare il denaro nel tempo, probabilmente anche con un interesse mediamente basso, parlando d’Italia e di anni passati, e il suo patrimonio si è ampliato in una maniera enorme.
Alfonso Selva: Io lo spiego come una palla di neve che comincia piccola piccola dalla cima che più va giù e più diventa grande e alla fine diventa una valanga.
Cristina Mazzurana: Come dici tu, serve la distanza il tempo.
Un esempio carino è: prendiamo due investitori ipotetici, uno siamo noi e l’altro è nostro cugino.
Perché di solito succede sempre che il panettiere, il parente fanno sempre meglio di noi, no?
Noi investiamo i nostri diecimila dollari in azioni globali e le investiamo sempre nel giorno di Massimo Del Mercato, cioè che dal giorno dopo il mercato scende.
Quei diecimila dollari che abbiamo investito perdono valore perché abbiamo investito ai massimi. E noi investiamo costantemente non disinvestiamo mai, ma scegliamo sfortunatamente sempre il giorno peggiore e facciamo così per 15 anni.
A fronte di 150.000 dollari su 15 anni investiti sempre nel momento peggiore, il per nostro capitale è diventato di 274.000 dollari, un rendimento medio anno quasi del 8%.
L’amico fortunato ovviamente ha fatto di più investendo costantemente ai minimi.
La buona notizia è che è impossibile scegliere il momento di massimo e di minimo. Noi molto probabilmente saremo in mezzo.
Alfonso Selva: Questa è la risposta a quelli che mi chiedono quand’è il momento migliore per investire. Non possiamo saperlo. Per questo c’è il market timing.
La buona notizia è che, comunque vada, qualche volta investirò più vicino ai giorni peggiori, a volte sarò fortunato, investendo avrò un ritorno.
Ancora una volta si parla di azioni globali quindi di non fissarsi su un micromercato, come hai detto tu, sulla singola azione, perché i rischi ovviamente aumentano.
Più a lungo l’orizzonte temporale, più il rischio di perdere si riduce.
Di fatto che per rivestimenti tenuti per 10 anni consecutivi, in un arco temporale che va dal 2006-2020, considerando i rendimenti mensili, investo a gennaio 2006 fino a dicembre 2015, investo a febbraio 2006 fino a gennaio 2016, eccetera, quindi vediamo tutte quelle che sono le possibilità, ciò che viene fuori è che se rimango investito a un anno, rischio di perdere nel 30% dei casi, se rimango investito per periodi superiori a 5 anni, ho poche probabilità di perdere, su 10 anni ho zero probabilità di perdere.
Ritornando sempre sul concetto della difficoltà di fare timing e dell’importanza invece di restare investiti sempre e comunque, è difficile sapere quando il mercato scende, non lo sa nessuno.
Alfonso Selva: Posso farti una domanda provocatoria? Voi che siete un gestore così grande e così anziano, quando vi chiedono ma qual è il momento migliore per investire, voi cosa rispondete?
Cristina Mazzurana: Quando hai i soldi. [ride]
22.27
Prendiamo in esame il periodo che è andato dal primo gennaio 2010 al fine 2019.
$1000 dollari investiti sull’indice americano sono quasi triplicati eppure nel frattempo però il mercato si è mosso, tendenzialmente è andato bene, è stato un buon decennio.
Cosa succede però se io cerco di fare timing e mi perdo.
Nel caso della colonnina blu, ho preso il meglio e il peggio del mercato. Nel caso delle colonnine rosa, stiamo supponendo di prendere il peggio ma perché faccio timing.
Un altro aspetto molto importante: di solito i giorni peggiori sono molto vicini ai giorni migliori.
Se io sono uscito a fronte del -30, quel +5 del mercato il giorno successivo non lo prenderò mai.
Alfonso Selva: le colonnine rosso mattone sono quelle dove il cliente ti chiama e dice: vendiamo che poi rientriamo quando è più tranquillo. Quando è più tranquillo quei giorni i migliori li hai persi.
Chi entra ed esce subisce i 10 migliori giorni persi.
Cristina Mazzurana: Noi parliamo con dei clienti che ci dicono “ma io rimango bene o male sempre investito” e io ci credo perché come vedi perdendo solo i 40 migliori giorni del decennio non guadagno mai. Cioè io ho fatto un decennio di base investito però ti sei perso i giorni milioni e di fatto sei in perdita.
Alfonso Selva: La finanza non è divertimento è una cosa noiosa. Investire è un mestiere noioso. Se vuoi divertirti prendi €1000 e vai giocare al casinò. Però gli altri 99000 non li giochi al casinò, fai una cosa noiosa col consulente finanziario.
Cristina Mazzurana: Dovrebbe essere un po’ come guardare l’erba che cresce. Warren Buffett dice sostanzialmente la stessa cosa: il mercato azionario è una modalità per trasferire ricchezza dagli impazienti, che vorrebbero tutto subito, alle persone più pazienti, a chi ha tempo.
Per me la parola d’ordine con cui vorrei un po’ lasciarvi è proprio il tempo, il fattore temporale.
Non il timing, non investire aspettando che il mercato storni. Investire quando ho il denaro che non mi serve in questo istante e posso avere una certezza abbastanza elevata di non dover accedere a questo denaro in tempi brevissimi e lasciarlo lavorare.
Alfonso Selva: Sono pienamente d’accordo. Io sposo la vostra la vostra tipologia di come investire perché è l’unica che secondo me, nel lungo termine, al risparmiatore italiano, al quello che ha un capitale, di preservarlo, di farlo crescere.
Anche perché sennò non sareste cresciuti da zero a 2700 miliardi. Questo è il vostro progetto che se non fosse stato positivo negli anni sareste rimasti niente.
Cristina Mazzurana: Assolutamente sì e non avremmo uno dei tassi di permanenza di investitori nei nostri fondi più alto del settore. Quindi vuol dire che una volta che un investitore decide di investire dopo un’adeguata consulenza in una delle nostre strategie è difficile che esca.
Alfonso Selva: Trasferire una struttura semplice di investimento semplice per me è facile, il cliente lo capisce.
Se comprendi, lo fai.
Noi esseri umani siamo spaventati da quello che non capiamo, che non riusciamo a comprendere.
Cristina Mazzurana: Noi facciamo tantissima educazione finanziaria perché un cliente informato e preparato è un cliente più tranquillo. Per noi l’obiettivo è che il cliente investa. Se investe nei nostri fondi siamo più contenti ma è proprio il fatto che non rimanga è liquido perché probabilmente perde delle opportunità meravigliose che il mercato ci sto soffrendo.
Oggi non è una contingenza facile, si parla di inflazione, si parla di difficoltà di approvvigionamento, di prezzi dell’energia alti, ma stiamo anche andando incontro ad una delle rivoluzioni che verranno riportate nei libri di economia: l’evoluzione ecologica e anche digitale, un altro modo di vivere, di fare le cose.
Lo abbiamo toccato con mano: non dobbiamo più andare per forza sul posto di lavoro per lavorare.
Alfonso Selva: Anni fa la tecnologia sarebbe stata così complicata così costosa così difficile che sarebbe stato una perdita di tempo, di soldi enorme. Adesso la tecnologia ci ha aiutato per fare questo.
Io sposo la vostra idea perché anche questo filmato contribuisce a, come fanno gli altri miei colleghi, ad aumentare l’educazione e la consapevolezza finanziaria. E questo poi alla fine mi torna perché se si sparge questa consapevolezza si lavora meglio.
Alfonso Selva: Cristina ringrazio te e Capital Group.
Grazie di essere intervenuti di avere spiegato queste parole semplici come fare per investire con un grande successo nel lungo termine.
Magari ci sentiamo prossimamente per fare qualche aggiornamento. Vuoi aggiungere qualcosa?
Cristina Mazzurana: Ti ringrazio. La parola veramente l’ordine, da portarsi a casa, per questo 2022, è quella di cercare di concentrarsi su quello che si vuole ottenere dal proprio denaro nel tempo.
Il tempo è una variabile importantissima nell’accrescere il nostro patrimonio.
Consiglio di affidarsi, a mio avviso, sempre a dei professionisti. Il fai da te è come quando si parla di cura della persona e della salute, vale lo stesso per i nostri soldi.
Io stessa che lavoro in questo settore da quasi 25 anni ho un consulente finanziario.
Alfonso Selva: Anche io ho i fondi. Non ho la presunzione di sapere. Se parlo con i clienti non ho ovviamente il tempo e quindi lo delego. Grazie tantissimo, Cristina.
Cristina Mazzurana: Grazie a tutti e buon lavoro.
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Alfonso Selva Consulente Finanziario
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