Centrale Rischi di Banca d’Italia.
Come usare bene la Centrale Rischi per avere finanziamenti bancari per la tua azienda.
Alfonso Selva:
Cos’è la CR a che serve e come usarla.
..
Ciao e benvenuto ad una nuova puntata del video podcast Finanza Semplice di Alfonso Selva.
Oggi ho invitato una persona super esperta, chiaramente molto più di me perché fa questo lavoro tutto il giorno, il dottor Pier Giacomo Drappero. Benvenuto Piergiacomo!
Piergiacomo Drappero:
Grazie mille! Grazie dell’invito e sì, se parliamo di centrale rischi sono a tua disposizione, ecco.
Alfonso Selva:
Allora, prima di iniziare, ricordo a tutti che se vanno sul mio sito www.alfonsoselva.it, possono scaricare il mio libro gratuitamente: come investire i tuoi soldi senza sbagliare.
Perché oltre a sapere della Crif e quindi la chiede la banca, qua invece siccome il lavoro principale mio è investire i tuoi soldi , bisogna sapere come investirli.
Allora, andiamo alla scoperta di questa cosa misteriosa, questa CR che è una cosa misteriosa un po’, non so se ti risulta anche a te.
Il mio lavoro principale, io faccio il consulente finanziario quindi il mio core business è raccogliere i soldi, investirli, aprire conti correnti, la parte assicurativa…
Però oltre che con i privati, lavoro anche con le imprese, chiaramente perché anche loro hanno questi bisogni.
Poi facciamo anche la parte di erogazione, cioè finanziamenti mutui, tutto quello che è questa parte qua.
C’è sempre lo scoglio a un certo punto, gli parlo non da super esperto come te, però anch’io ormai sono 30 anni che lavoro in banca, ne ho fatte di tutti i colori e quindi gli dico: “Ma la centrale rischi com’è?”.
Dicono: “Ma che? La Crif”,”No no, la Centrale Rischi”. E lì casca l’asino, come sicuramente, no, sarà successo un sacco di volte.
Piergiacomo Drappero:
Vero, vero.
Alfonso Selva:
La puntata dove spieghiamo bene cosa diavolo è questa centrale rischi, perché serve, quant’altro, per non confondere più.
Quindi ho detto: chiamo l’esperto!
Senti, presentati un attimo tu con la tua società, parla un attimo di te, poi dopo alla fine lasciamo anche i vari modi per contattarti.
Piergiacomo Drappero:
Va bene.
Siamo una società, è da tanti anni che trattiamo questo argomento; argomento che io paragono a quello che una persona tiene la Bibbia la sera sul comodino, la centrale rischi dovrebbe essere tenuta dall’imprenditore sulla scrivania di lavoro, perché è un documento importantissimo.
Oggi le cose sono cambiate, stanno notevolmente cambiando, se vogliamo anche il fatto che facciamo un’intervista tu ed io è perché questo argomento ha sempre più necessità di attenzione da parte dell’impresa, perché poi noi parliamo e trattiamo quasi esclusivamente impresa.
E quindi analizziamo, monitoriamo, presidiamo la centrale rischi per quello che si può fare nei confronti della richiesta del cliente.
Perché il cliente ti chiede di fare queste cose e in più, anche se può essere un termine che non piace, però poi alla fine ci ritroviamo a doverlo fare, educhiamo; anche se non è il termine scolastico più corretto.
Però educhiamo l’imprenditore a conoscerla e ad utilizzare gli strumenti finanziari che accedono al conto bancario in maniera corretta o almeno nel modo in cui il sistema bancario desidera che vengano utilizzati.
Questo è in quattro parole.
Alfonso Selva:
Senti Pier, ti farò un po’ di domande semplici, normali, non ti faccio le super complicate.
Perché la platea è, sì molti risparmiatori ma anche molte imprese e molti non sanno come abbiamo detto cos’è questa centrale rischi.
Quindi in poche parole , semplici, veloci, cos’è la centrale rischi?
Piergiacomo Drappero:
Allora. Comincio col dire che cos’è tecnicamente perché fa comprendere poi tutto il resto del tema, del discorso.
La centrale rischi è un database, tenuto dalla Banca d’Italia.
Ha alcune caratteristiche che secondo me l’impresa e l’imprenditore devono mettersi in testa e ricordarsi.
Prima di tutto è un obbligo di legge, quindi il sistema bancario trasmette i dati in questo database una volta al mese, quindi veramente tantissime volte se ci pensi, per 12 volte all’anno questi dati vengono trasferiti nel database della Banca d’Italia.
Alfonso Selva:
Quando arrivano le CR sono dei report grossissimi.
Piergiacomo Drappero:
Dei malloppi così.
Alfonso Selva:
Sono micidiali solo a guardarli.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente.
La banca d’Italia riceve questi dati una volta al mese, il 30 o 31 del mese c’è la fotografia, diciamo così, ideale, di quello che è successo tra la Drappero SRL nei confronti delle banche con il quale ho dei rapporti e la Banca d’Italia li lavora per 30 giorni, Quindi per un mese ed il mese successivo li rimanda indietro al sistema bancario.
Questo è praticamente come funziona la centrale rischi. Però ti voglio aggiungere un altro claim, possiamo anche usare questo termine.
Cosa serve la centrale rischi?
Serve per evitare il Far West finanziario, ok?
Allora, ti spiego…
Alfonso Selva:
Diciamo una cosa.
Nella centrale rischi vengono racchiuse tutte le posizioni debitorie che ha un’azienda verso il sistema bancario.
In parole molto povere è questo.
Cioè se ha un fido con la banca A ed un finanziamento con la banca X, ed un fido sconto fattura con la banca Y, in questa posizione presso la Banca d’Italia che raccoglie i dati tutte quante le banche e vengono rilevati quelli sopra €75000, se non mi sbaglio?
Piergiacomo Drappero:
No,
allora. Attualmente il debito deve essere di €30000.
Da €30000 in su, però ti do una notizia di pochissimi giorni fa, non si sa ancora quando, comunque usiamo il termine nei prossimi mesi, poi potrebbe anche voler dire più di un anno.
Però nei prossimi mesi Banca d’Italia abbasserà il limite di segnalazione come noi immaginiamo, da €30000 a €2500, quindi con un apertura di un parterre di segnalazioni che si moltiplicherà in maniera abnorme.
Alfonso Selva:
Praticamente diciamo che non dico il 100% ma il 70-80% delle persone–
Piergiacomo Drappero:
Eh sì.
Alfonso Selva:
Se Hai un mini-fido dallo stipendio, cioè di solito è il doppio dello stipendio lo superano quasi tutti, voglio dire.
Piergiacomo Drappero:
Esatto.
Alfonso Selva:
Quindi da così diverrà un…
Piergiacomo Drappero:
Esatto, esatto… Sì questo da un lato… Allora, tengo a spiegarti cosa vuol dire Far West finanziario ed è giusto.
Perché poi noi tante volte siamo arrabbiati per alcune situazioni che ci sono all’interno della centrale dei rischi, o dei rapporti con la banca.
Però la banca non ha un compito così facile da svolgere.
Oggi, ti dico che se dovessi fare l’ufficio crediti della banca, avrei parecchie difficoltà.
Ho visto che il loro obiettivo è quello di abbassare il rischio che devono correre nel prestare denaro.
Far West finanziario significa che io ho una bella faccia, vado da 10 banche diverse, chiedo a tutti quanti €10.000, fammi dire una cifra piccola.
Adesso, al di là del minimo dei 30.000, ipotizziamo che non ci sia questo minimo dei 30.000. Io chiedo a 10 banche diverse, ho una bella faccia come ti ho detto, le banche me lo concedono.
Cosa succede? Io mi ritrovo con €100.000 di denaro comperato dal sistema bancario.
Probabilmente farei fatica a restituirlo.
Quindi cosa succede? Cos’è l’ancora di salvezza per il sistema bancario?
Il fatto che la seconda, la terza, la quarta, la quinta, la sesta, fino alla decima banca, possa accedere in un luogo, che è il database della Banca d’Italia e verificare che Piergiacomo ha già ricevuto questi soldi da altre banche e quindi non continuano a consegnargli del denaro.
Alfonso Selva:
Come diciamo a Roma, per evitare di fare la sola a 10 banche *risata*
Piergiacomo Drappero:
Esattamente. Esattamente. Il tema iniziale…
Alfonso Selva:
Una volta succedeva. Una volta succedeva.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente.
Alfonso Selva:
Me lo ricordo anni fa c’erano questi, che facevano il giro di 10 banche, li prendevano lì… Facevano il giro, insomma il loro lavoro non era produrre servizio, ma era–
Piergiacomo Drappero:
Era tirare la sola.
Alfonso Selva:
Esatto, era tirare la sola.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente. Quindi, lo dico perché è giusto che l’imprenditore sappia poi la natura della nascita e di che cosa è, l’utilizzo della centrale rischi: evitare il Far West finanziario.
Detto ciò, oggi la domanda che l’imprenditore si potrebbe e dovrebbe porre è:
Come mai la banca guarda molto, tantissimo, in maniera maniacale una centrale rischi e non tanto il bilancio, che è comunque la vita della mia azienda? Il bilancio rappresenta la vita della mia azienda.
La risposta è abbastanza ovvia, se uno ci riflette.
Ed è che il bilancio oggi depositato probabilmente delle banche, sono ancora quelli del 2019?
Perché adesso stanno iniziando a consegnare e a depositare quelli del 2020, ma se nel 2021 io vado a fare un’analisi di merito di credito, come si dice, verso un’impresa e devo giudicare dei dati del 2019, sarei probabilmente in difficoltà.
Con l’aggravante, purtroppo pandemica del danno successivo, quindi il bilancio probabilmente, non dico per tutti ma la maggior parte saranno anche più in difficoltà…
Alfonso Selva:
I bilanci del 2021 sono in molti casi peggiorati moltissimo.
Piergiacomo Drappero:
Peggiorati.
Quindi, cosa gli rimane all’uomo, quest’uomo dell’ufficio crediti, che deve comunque giudicare un’impresa, si attacca che cosa?
Ha l’unico dato che esce ogni 30 giorni, che è la vita dell’azienda, del sistema bancario.
Se sono stato bravo a pagare le rate, se ho utilizzato gli affidamenti in maniera corretta, se il fido di cassa non l’ho usato a tappo, come si dice in gergo ma l’ho usato in maniera gradevole e gradita al sistema bancario; mi giudicano l’azienda su quel dato della centrale rischi.
Alfonso Selva:
In concreto, per fare un riassunto la Centrale Rischi è:
avere una fotografia molto molto attualizzata, la più veritiera possibile, dell’esposizione che tu, come imprenditore hai presso il sistema bancario.
Perché poi comunque, la banca di chi è?
Il bilancino, il bilancio fatto anche se non presentato, la situazione…
Cioè ti dà anche un’altra serie, però anche per confrontare le due cose. Perché poi il sistema bancario sei esposto con €1.000.000, ma nei bilanci dici che hai debiti per €500.000… Già qua gli comincia a girare male, dici: “Scusa, ma nel bilancio c’è scritto una cosa qua ce n’è un’altra, spiegaci un po’…”
Piergiacomo Drappero:
Esatto. Esattamente così.
Ti dico alcuni dati in più. Il famosissimo, il famigerato voto di rating, che è sulla testa di ogni persona che ha un debito nei confronti del sistema bancario.
Che è dato, visto che l’Italia è fatta soprattutto di micro e piccole aziende, cioè il tessuto italiano [MTB], quindi micro e piccole aziende.
Il peso che ha una centrale rischi in quello che viene espresso come voto di rating, ha un peso che va tra il 60 e il 65%. Il resto sono i bilanci, la parte qualitativa, l’intervista, il benchmark…
Alfonso Selva:
Diciamo velocemente. Rating…
Due parole anche solo sul rating.
Rating praticamente è un voto che dà la banca, che sono simili ma non tutti uguali per tutte le banche.
Tiene conto della centrale dei rischi, del settore che opera l’azienda, da quanto esiste, quanti dipendenti, come stai messa sul sistema anche pagamento delle tasse, puntuale… Tiene conto di tanti fattori.
Piergiacomo Drappero:
Di tutto. E in più il bilancio.
Alfonso Selva:
Ed il bilancio. E alla fine viene fuori un voto che è un po’ riassume tutti questi. Perché poi questo famoso rating, da quando è uscita a Basilea 2–
Piergiacomo Drappero:
Certo.
Alfonso Selva:
È semplicemente la somma di tutti i criteri con cui viene valutata un’azienda, giusto?
Piergiacomo Drappero:
Certo e c’è un algoritmo, esattamente così.
C’è un algoritmo che raggruppa tutte le parole che tu hai detto, le trasforma in un numero.
Quel numero rappresenta il rischio, tecnicamente si dice rischio di PD, quindi rischio di default ad un anno dell’azienda.
Più la percentuale è bassa, più il rating è il migliore.
Possiamo anche dirci “Cosa ce ne frega di tutto ciò?”.
Ce ne frega perché il costo del denaro sarà minore, tento qualcosa di un pochino più forte.
Oggi sento qualcosa di un pochino più forte, posso accedere al denaro al di là di quanto lo pago, oppure non posso accedere al denaro, ok?
Alfonso Selva:
Anch’io da bancario ti dico che il rating serve per far quotare il denaro che gli dai. Ma serve anche… Molte banche dicono: da qua in su non lo diamo a nessuno, cioè da qua con questo rating è già bocciato.
Piergiacomo Drappero:
Sei fuori dal mercato.
Alfonso Selva:
Magari mi chiedono: “Ma io ho una bellissima azienda…”,”Che rating hai?… No.”
Cioè, proprio non ti guardano neanche, guardano il rating e niente.
Li puoi portare quello che vuoi, non va.
Il rating è una cosa importantissima è una cosa importante e come hai detto te, il 65% lo fa la centrale rischi, quindi avere una centrale rischi buona e molto importante.
Piergiacomo Drappero:
Certo.
Quindi capisci che il paradosso nostro qual è?
Che siamo giudicati sul documento che si chiama centrale rischi. Attenzione, è intestato a noi. Non è intestato al sistema bancario.
Quindi c’è scritto Piergiacomo Drappero sotto la centrale rischi mia. Sotto la tua sia scritta Alfonso Selva, non c’è scritto il nome della banca.
Quindi siamo proprietari dei dati, questo lo voglio sottolineare perché non è ancora molto chiaro questo aspetto.
E noi imprenditori non conosciamo i dati sul quale noi veniamo giudicati. Questo è un po’ il paradosso che viviamo ed è per quello che bisogna iniziare a conoscerlo questo aspetto, questo dato.
Alfonso Selva:
Senti, un po’ di domande veloci.
Vista l’ignoranza che c’è in generale, molti pensano che la centrale rischi la può richiedere solo la banca.
Assolutamente no.
Piergiacomo Drappero:
No, assolutamente no.
Allora, è da tantissimi anni che è il proprietario dei dati, quindi persona fisica Piergiacomo, Alfonso… ok. Persona giuridica, quindi la società o la partita IVA, l’azienda piccola o grande che sia, il legale rappresentante, ok, ha facoltà e diritto di poterla chiedere in due modalità.
Una ti posso dire quasi totalmente sconosciuta perché tu potresti chiedere la centrale rischi alla tua banca la quale è tenuta a rilasciare il foglio unico.
Per la maggioranza dei casi , è quello di chiederlo ovviamente a Banca d’Italia che è tenutaria del database, con due fondamentalmente modalità oggi.
Uno è quello di compilare il modulo, mandarlo via PEC a uno delle filiali, qualsiasi filiale della banca d’Italia compilando il modulo è richiedendo la centrale rischi.
Due, in maniera molto più veloce, che è da un anno e tre mesi la banca ha messo a disposizione, quello di utilizzare lo SPID, della persona fisica o dal legale rappresentante, andare su un sito a debito per questo lavoro qua della banca d’Italia e con la classica iscrizione al sito internet è valutato con lo spid, poter scaricare e fare il download della centrale rischi propria, della propria azienda o della propria persona.
Addirittura la Banca d’Italia ha fatto ancora un passo in avanti, da alcuni mesi permette di flaggare, quindi di creare un flag dove la persona proprietaria dei dati dice a Banca d’Italia: “Ogni 30 giorni tu mi mandi automaticamente sulla PEC la centrale rischi nuova”. Quindi in quel momento lì la persona o il legale rappresentante non ha più niente da fare se non riceverla regolarmente sulla mail.
Alfonso Selva:
Grazie Pier, quest’ultima non la sapevo del flag.
Piergiacomo Drappero:
Da qualche mese, solo che…
Alfonso Selva:
Va be’ tu sei l’esperto, come ho detto prima… *risata*
Piergiacomo Drappero:
Vabbè, ma questa forma qua è una forma che segue quello che è l’ottica della pubblica amministrazione che parla con il cittadino, no?
Quindi ha fatto questo passo per far si, visto che la Banca d’Italia è un ente pubblico, per poter parlare in maniera più veloce con il cittadino. E direi anche sollevare i loro funzionari da dover mandare a spedire via posta.
Alfonso Selva:
Quindi diamo una notizia importante, che mi sembra scontata per te, ma ti assicuro che non lo è.
Il proprietario dei dati, cioè la persona fisica o l’azienda, lo possono richiedere quando vogliono e come vogliono, è importantissimo.
Piergiacomo Drappero:
Ok, se posso dare ancora due consigli.
Se sei una persona fisica, fai una richiesta degli ultimi 24 mesi.
Perché 24 mesi? Perché il sistema bancario quando va a vedere la tua posizione in centrale rischi va indietro 24 mesi.
Se sei una persona giuridica, quindi qualsiasi forma di azienda, fai una richiesta degli ultimi 36 mesi, insomma gli ultimi tre anni, perché il sistema bancario giudica gli ultimi tre anni di centrale rischi.
Alfonso Selva:
Una domanda che mi hanno fatto. Ma la partita IVA è una persona fisica o una persona giuridica?
Piergiacomo Drappero:
La partita IVA singola è considerata persona fisica.
Alfonso Selva:
Ah, ok. Perfetto.
Piergiacomo Drappero:
Però non cambia nulla, non cambia nulla. Perché se uno segue i moduli non cambia. Però sì, è considerata persona fisica
Alfonso Selva:
Un’altra domanda importante.
Esiste la CR come l’abbiamo spiegata un po’ adesso.
Esiste un’altra centrale rischi, molto molto molto molto più famosa che è la Crif.
E questo invece la conoscono, non dico tutti, ma l’80% delle persone, anche se solo tutti privati. Perché?
Perché come hanno scoperto molti, se hanno fatto un ritardo nei pagamenti, li hanno saltati… Cioè, hanno avuto problematiche, sono iscritti nella Crif.
La Crif è una banca dati simile come concetto alla CR, ma è un’altra cosa.
Piergiacomo Drappero:
Poi ti spiego.
Alfonso Selva:
Ecco, fai velocemente un paragone.
Piergiacomo Drappero:
Due parole.
Alfonso Selva:
Molto velocemente spiega la differenza tra le due.
Piergiacomo Drappero:
Allora, centrale rischi è un obbligo di legge.
Quindi è la legge che obbliga a fare la trasmissione dei dati al sistema bancario.
Crif è una società privata molto famosa, che ha siglato, attenzione questo passaggio importante; ha siglato degli accordi fra lei e il sistema bancario.
Tradotto vuol dire che non abbiamo la certezza che li abbia siglati con tutti, anzi con la certezza che non li ha siglati con tutti. Chissà quante BCC, o anche piccole cooperative non hanno fatto accordi.
Quindi, la centrale rischi della Crif non è completa al 100%.
Non potremo mai mettere la mano sul fuoco che tutti gli enti segnalati, come si chiamano in gergo, le banche abbiano fatto la segnalazione.
Mentre sulla centrale rischi sì, perché se non lo dovessero fare la vigilanza della banca d’Italia gli arriva dietro il collo come delle faine. *risata*
Alfonso Selva: Pier.
Ti blocco un attimo.
Visto che hai detto che tra un po’ scenderà a €2500, salvo quei microfinanziamenti che, non so, ho comprato il telefonino in 10 rate da €1000, verranno segnalati anche tutti quei piccolissimi finanziamenti, 5-10…
Piergiacomo Drappero:
Certo. Ci sarà un’esplosione.
Alfonso Selva:
E quindi diventerà molto più accurata la CR rispetto alla Crif.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente. Allora…
Alfonso Selva:
Se non è un obbligo e invece quell’altro un obbligo di legge, quindi chiunque, qualsiasi società sarà obbligata a segnalarlo, sarà molto più precisa.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente. Sì, è esattamente così.
C’è da dire che nella quotidianità la centrale rischi, avendo questo minimo dei €30.000 di segnalazione… Cosa vuol dire €30.000?
Io ho un mutuo a €31.000 da pagare, vengo ancora segnalato, utilizziamo questo termine in centrale rischi; pago la rata di €2.000, quindi scendo a €29.000.
La banca non trasmette più quel dato lì nei mesi successivi, mente Crif che credo abbia un minimo ma penso sia €100, tanto per dire una cifra lo rileva.
Crif ovviamente segnala tutti i dati che riceve, anche del telefonino comprato, della televisione comprata a rate ed è molto utile sulla persona fisica, che normalmente ha dei debiti più piccolini e quindi il sistema bancario va a vedere la Crif per capire com’è la sua storia di credito.
Mentre l’azienda va a vedere la centrale rischi perché, ovviamente, di solito gli impegni sono più importanti. Cioè avere €30.000 di debito verso una banca per un’impresa è una cosa molto più facile che si raggiunga.
Alfonso Selva:
Certo, certo.
Senti, un’altra cosa importante. Molti, siccome pensano alla Crif e nell’immaginario collettivo la Crif è un elenco di cattivi pagatori, ma poi non è vero; perché se tu hai sempre pagato preciso, anche la Crif diventa invece una cosa positiva, perché se tu hai un’attitudine buona…–
Piergiacomo Drappero:
Ascoltami…
Alfonso Selva:
Hai un buon trattamento sia nel prestito personale, sia… Cioè, hai un trattamento privilegiato rispetto a non avere nessun dato.
Piergiacomo Drappero:
Cioè se hai €30.000 di debito verso una banca per un’impresa è una cosa molto più facile che si raggiunga.
Alfonso Selva:
Cioè, Paradossalmente mi è capitato che mi hanno detto che : “Questa persona non ha mai fatto un acquisto rateale ” quindi è completamente sconosciuta al sistema sotto quel lato e depone male anche quello.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente.
Infatti l’esempio che tu hai dato, hai una persona davanti agli occhi che è in questa situazione qua.
Paradossalmente se io dovessi andare a comprare un automobile a rate, in questo momento sarei più in difficoltà, perché non ho una storia creditizia, perché non ho mai avuto necessità di dover comprare a rate e sarei più in difficoltà.
Addirittura siamo arrivati, io la posso chiamare quasi una stortura, alcune società finanziaria soprattutto, chiedono al potenziale al cliente nuovo, di andare a comperare banalmente un telefonino o una televisione a rate, e che si costruisca in qualche mese un po’ di storia creditizia, quindi pagamento delle rate in maniera corretta e avere una possibilità di accedere al credito più importante, che era quello su quale loro avevano fatto affidamento. Questa è la stortura.
Alfonso Selva:
È così, è così perché mi capita molte volte a me. Non è il mio settore però me lo chiedono.
Piergiacomo Drappero:
Ti capita, certo.
Alfonso Selva:
Sai che non mi occupo di questo, però me l’hanno detto.
Io dico: “Guarda, forse è perché non hai mai fatto niente. Sicuramente vai a fare una mini-rata anche da €10 al mese, poi vedrai che cambia tutto e ti sale il rating anche del privato.”
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente.
Quindi per rispondere alla tua domanda ti dico che, me lo dichiara la Banca d’Italia, un’ottima, una buona situazione in centrale rischi, ma vale anche per Crif, ovviamente perché è una centrale rischi anche quella; favorisce l’accesso al credito.
Noi dobbiamo pensare alla centrale rischi o al Crif come un bigliettino da visita nostro.
Il nostro bigliettino da visita. Che ovviamente se è sporco con la macchia del caffè non fa tanto piacere darlo a qualcun altro. Se invece è intonso, quello è un bigliettino che ha un valore.
Ma entriamo poi nell’ambito della reputazione, dell’autovalutazione… Sono tutti argomenti che vedrai nei prossimi anni, quanto se ne parlerà.
La reputazione, non solo quella web ma anche quella bancaria, ma anche quella commerciale delle aziende.
Cosa che non si fa mai un’autovalutazione, ancora oggi, mentre le aziende dovrebbero cominciare ad autovalutarsi. Quindi è il sottomondo che si sta aprendo sul mondo aziendale, in particolare quello che noi trattiamo.
Alfonso Selva:
Infatti Pier.
Volevo vedere se tu concordi con me su certe piccole indicazioni che do alle aziende sull’uso della CR e anche sull’uso dei loro fondi che hanno presso le banche.
Io non sono come te.
Quindi ne so ma non in profondità come te.
Io dico: se ti danno €100.000 di fido non usare €100.000.
Non usate mai il fido a tappo ma usatene 80, magari 90.
Prendete altri €50.000 da un’altra banca è usate 30.000 da quell’altra.
Poi una cosa importantissima che ho detto, non sforate il fido.
Anche se il direttore della banca vi fa sforare, perché vi conosce, perché avete i soldi personali e quindi magari hai €100.000 di fido con la società e c’hai un milione in banca personale ed è della stessa banca.
Quindi quello dice: “Che problema c’è, lo mando a 110!”.
È vero che non c’è problema ma ti sporca da morire la CR. Cioè, viene una segnalazione, si accende una luce rossa indicibile. Vero?
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente. Ti spiego tutte e due le domande punto allora, l’utilizzo degli affidamenti si chiama—
Alfonso Selva: Ohi, scusami. Poi hai altri suggerimenti su come usarli al meglio dalli pure altri suggerimenti. Io so questi.
Piergiacomo Drappero:
Certo. No vabbè.
Quelli sono i due principi, principi perché poi l’imprenditore non li conosce, non li sa utilizzare se non si è bruciato qualche occasione.
Ecco voglio dire, perché poi con l’esperienza qualcuno sa.
Per quanto riguarda la prima domanda, quanto utilizzare i fidi, gli affidamenti, si parla di tensione.
La tensione è una negatività, significa che gli affidamenti– facciamo il fido di cassa che è quello principe, il fido revoca, come si chiama in bancariese.
Deve essere utilizzato per avere il gradimento della banca, traduco tra il gradimento dell’algoritmo che calcola il voto di rating, tra il 50 e il 75%.
Sopra al 75% di utilizzo va in tensione.
In tensione più grave se va oltre il 90%, ma va in sconfino se tu lo utilizzi più del 100%.
Ma già l’utilizzo dell’ottanta, del 95-99% è segnato in rosso.
Quindi l’algoritmo che calcola il voto di rating lo vede come una negatività che aggiungerà ad un’altra negatività e formulerà quel voto di rating di cui abbiamo parlato prima.
Non è così per gli affidamenti, quelli che si chiamano a scadenza.
Quindi, il classico muto. Perché tu la rata la devi pagare completamente, quindi la paghi al 100%. In quel caso la tensione non esiste.
Esiste lo sconfino se non la paghi.
Quindi hai assolutamente ragione e posso dirti che su questo argomento il sistema bancario verifica tantissimo. Il secondo aspetto che mi hai accennato, sulla…
Alfonso Selva:
Lo sconfino.
Piergiacomo Drappero:
Ah sì, lo sconfino.
Allora, lo sconfino non dev’essere neanche di €1.
Anche se io ho €1.000.000 di affidamento e sconfino per €1…
Poi è naturale che se uno sconfina di €100.000 a volume è peggio, però è il concetto di sconfino che non deve proprio più esistere nel pensiero dell’imprenditore.
Questo è facilmente comprensibile, perché se io ti dico: se sconfini ti do una riga rossa è naturale che tu non lo faccia. Ma ti dirò di più.
C’era un’abitudine, pensa tu la conosca, ma ora sta scomparendo; di sconfinare dentro il mese.
Cosa vuol dire?
Io ho €100.000 di fido e durante il mese ne uso 120-130 e devo dire che in questo caso c’è anche un po’ di interesse da parte del sistema bancario, perché va in extra fido; quindi i tassi di interesse sono maggiori e quindi guadagnano di più.
Beh bisogna dirlo, te lo concedono per quel motivo lì.
Alfonso Selva:
Sì, è così. Certo.
Piergiacomo Drappero:
E poi magicamente l’imprenditore scafato al 30 o al 31, prima della fotografia ideale che fa la centrale rischi, rientravano dentro l’importo che è quello che loro hanno ottenuto.
La Banca d’Italia da alcuni anni monitora quello che è il saldo medio.
Quindi significa che moltiplica per 30 l’importo, se vedono che durante il mese c’è un utilizzo maggiore, quello è un downgrade di nuovo che l’algoritmo…–
Quindi questo è un altro aspetto significativo sul quale fare attenzione.
Non bisogna sconfinare neanche di €1.
Ma ti dirò di più.
Io vedo tantissime centrale rischi dove l’imprenditore sconfina in una banca e ha dello spazio immenso su altre banche che lui ha come banche accompagnanti.
Alfonso Selva:
Per motivi stupidi, diciamo. Lontananza, simpatia, una volta mi hanno trattato male…
Piergiacomo Drappero:
Esattamente, questi sono i motivi.
Quindi: “No, perché in quella banca, in quel agenzia lo paga lo 0,005% in meno” però porca la miseria tu sei andato in sconfino, tutte le banche vedono che hai sconfinato, questa cosa non piace, quindi voglio dire, ti costa di più in oneri finanziari a fine anno.
Quindi questo è un aspetto importante.
Un altro aspetto importante dove però devo dire che il sistema bancario si sta adeguando a proteggere l’imprenditore sotto questo aspetto qua ed un’altra vicenda che conoscerai senz’altro bene, è quella della prima informazione.
Cioè, tutte le volte che una banca va a visitare per la prima volta la tua posizione in centrale rischi, la Banca d’Italia lo registra.
Quindi portiamo un esempio. Io sono la classica SRL italiana, ho necessità di nuovi affidamenti perché ho un progetto nuovo. Cosa faccio?
Vado intorno a me a cercarmi la banca che può essere la migliore per questo progetto.
Chiedo a tre banche, perché ne ho tre che potrebbero.
Lo sai meglio di me che la prima cosa che la banca chiede all’imprenditore è la firma, per il foglio di richiesta fido e vanno in centrale rischi come ti ho detto, per evitare il Far West finanziario, a vedere la posizione com’è.
La banca d’Italia registra questo accesso delle tre banche: in tre giorni diversi, tre accessi diversi.
Non registra perché deve informare il sistema bancario che ci sono delle novità.
Come ragiona il sistema bancario?
Il sistema bancario vede la centrale rischi di Drappero, vede 3 banche nuove che sono andata a finire nella centrale rischi, solo per andare a visitarle.
Poi per qualsiasi motivo, normalmente commerciale, non mi sono messa d’accordo con le tre banche.
Perché una mi costava troppo, l’altra mi metteva delle altre richieste che non mi gradivano, non ho contrattualizzato con nessuno.
Non c’è stato un aumento degli affidamenti successivi.
Il sistema bancario cosa fa? Vede negativamente questo, perché loro che vivono di paura, il loro primo lavoro è la gestione del rischio.
Alfonso Selva:
*risata* Questa è bella. Vivono di paura!
Piergiacomo Drappero:
Beh vivono della gestione del rischio.
Quindi dicono: “Se le mie tre sorelle non hanno concesso fido, perché te le devo dare io?”.
Questo una volta succedeva di più, oggi di meno, perché cosa succede? Alcune banche o alcuni uomini del credito delle banche, guardano senza fare una visita ufficiale, vedono che c’è un problema ti dicono: “Ascolta fermiamo subito, rinuncia alla domanda di pratica in maniera tale che io non vado a scrivere su Banca d’Italia che sono venuto a visitarti e ti lascio intonso quella casella lì”, questo sta succedendo sempre di più.
Perché, per quanto potremmo non essere d’accordo; il fatto che io ho fatto aumentare i fidi perché commercialmente non mi sono trovato d’accordo con le banche, non vuol dire che avevo una brutta posizione, può essere solo motivo commerciale.
Ma le banche purtroppo lo vedono in maniera negativa questo aspetto.
Alfonso Selva:
Cioè praticamente, il famoso proverbio, no? A pensar male si fa peccato, però di solito ci si acchiappa.
Piergiacomo Drappero:
Quello è. Assolutamente.
Alfonso Selva:
Senti Pier. Abbiamo un po’ chiarito cos’è questa CR, a che serve?…Dammela per buona che abbiamo chiarito molto.
Piergiacomo Drappero:
No vabbè. Mi sembra che abbiamo detto comunque delle cose interessanti.
Alfonso Selva:
Racconta a chi ci ascolta due, tre casi dal piccolo, al medio, al grande di persone che si sono rivolte a te e come le hai trovate e come le hai diciamo curate. Come sono poi state trasformate grazie al tuo lavoro.
Piergiacomo Drappero:
Ok.
Preciso una cosa perché fa parte del nostro immaginario collettivo, perché noi viviamo la centrale rischi come un posto da cattivo pagatore come dicevi tu.
Quindi il pensiero è una segnalazione con accezione negativa, ok?
Il mio mestiere in realtà è quello di migliorare la reputazione delle aziende.
Noi ci rivolgiamo soprattutto alle aziende, perché sulle persone fisiche ci sarebbe un lavoro che non saremo in grado di sostenere come quantità.
Quindi noi lavoriamo verso l’azienda italiana.
Ci sono delle situazioni dove aziende che devono mantenere dello standin alto; perché come ci siamo detti la reputazione è molto importante, potrebbero inficiarlo per delle errate segnalazioni.
Classico altro esempio di cui non abbiamo parlato ma che la centrale rischi ne riporta parecchi. Una statistica abbastanza alta.
Alfonso Selva:
Come tutte le cose, siccome ci saranno milioni di dati…
Piergiacomo Drappero:
No, direi miliardi.
Alfonso Selva:
È sicuro che ci sarà una percentuale anche, che ne so, dello 0,5 per miliardi di dati, vuol dire che di segnalazioni sbagliate ce ne sono tantissime.
Magari l’azienda che ha €1.000.000 affidato nel sistema, se qualcuno sbaglia risulta che ne ha un milione e mezzo.
Piergiacomo Drappero:
Esattamente.
Quindi questo provoca delle difficoltà.
Ma qual è il problema di questa difficoltà qua?
Che tu imprenditore non lavorando alla centrale rischi, quindi non la scarichi neanche tu, non la guardi e non la guardi per i motivi, perché hai detto bene tu prima; una centrale rischi di 36 mesi per una società mediamente affidata, sono 300-700 pagine, quindi alla fine non lo guardi quel PDF.
Perché tra l’altro è un PDF, non è neanche possibile estrarlo se non a mano.
Non lo lavori, ti arrivano errate segnalazioni, tu non lo vieni a sapere se non fin quando una banca che ti accompagna ti dice: “Hey, caro amico! Guarda che tu hai una segnalazione”.
Cosa fa l’imprenditore? Come dico io, cade dal pero.
E deve iniziare tutta una pratica per scoprire chi è andare a fare la correzione.
Alfonso Selva:
Pier, a me capita magari quando c’è un furto d’identità, no?
Arrivano da me a chiedere un mutuo, l’azienda è un pochino più avveduta, un pochino lo è, no?
Però il privato dice “Ma io non ho niente”.
Poi arriva e dice “No, ti hanno bocciato, non te lo danno”. Perché?
E vai a scoprire, vai a fare la Crif, la CR, vai a vedere e risultano un mondo di casini che devi poi mettere a posto.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente. Assolutamente.
Quindi quello che noi diciamo E’ ovviamente Prevenire è molto meglio che curare.
Quindi la centrale rischi ed a presidiare, monitorare e presidiare la, proprio per andare a evitare errate segnalazioni.
Oppure l’altro lavoro che facciamo importante è quello di andare a spiegare all’imprenditore, l’ufficio amministrazione, la tesoreria, se hanno ufficio tesoreria, il CFO se hanno il CFO, quindi il direttore finanziario, il direttore amministrativo; di come devono essere utilizzate le linee.
Gli esempi che ti ho fatto prima della tensione, che viene tante volte non valutata, o dei piccoli microsconfini del fido di tassa o il fido principale, per quello che noi sappiamo in Italia.
Noi andiamo a spiegare che bisogna porre delle correzioni.
Dopodiché ci sono, ma ti dico un’azienda molto grande con la quale analizziamo ogni mese alla centrale rischi.
Una banca, posso fare anche il nome; perché qui, in questo caso non è la banca che dice: “No io non sono stato”. Alza sempre la mano, dice:” Scusate, un errore di segnalazione”.
Poi i tempi tecnici che non sono quelli di una telefonata a un’email li andiamo a correggere.
Quindi Banca Ifis addebitava €2 ogni mese a questa azienda. Ma in maniera, così.
Un numero che apparentemente nel sistema informatico, appariva quel numero 2.
Tra l’altro un’azienda che se ricordo bene, compra sui 30 milioni di denaro, quindi stiamo parlando di azienda che comunque ci lavora molto con gli affidamenti e ci lavorano pesante.
Però quei due euro le davano un downgrade e un voto di rating.
E poi anche solo il cambiamento, come tu sai meglio di me è un piccolo notch di valutazione vuol dire oneri finanziari che poi si lievitano e vuol dire spese di banca che ti aumentano, no?
Alfonso Selva:
30 milioni di euro dallo 0,06 allo 0,07, sembra stupido ma lo 0,01 moltiplicato per, moltiplicato per, sono un sacco di soldi.
Piergiacomo Drappero:
Ok, perfetto.
Quindi in quei casi lì è stata un pochino più dura, perché alcune banche fanno più fatica a recepire la richiesta di variazione.
L’unico caso, ecco, una cosa di cui non abbiamo parlato, che però è giusto specificare; l’unico caso in cui veramente si prende il cancellino e Banca d’Italia cancella il dato vecchio anche.
Quindi tutti i mesi che c’è stato l’errore vengono cancellati.
Ci terrei a dirti ancora questo.
Non esiste non esiste la [postilla] cancellare una posizione Crif o centrale rischi che sia, se non c’è un errore.
Se c’è l’errore della banca, come ti ho detto, cancellino e ad un certo punto si cancella. Riceviamo tante telefonate arrabbiate:
“No, perché in questa banca io ho già chiuso il conto da 2 anni, 10 anni, 30 anni e mi segnala ancora!”. Ma se tu hai lasciato un debito in questo conto…
Alfonso Selva:
Quello Pier, è uno sport che fanno molti privati o società.
Chiudono il conto, però non lo chiudono e lasciano un piccolo debito di €50, €20…e Dicono: “Che mi importa, lascia perdere tanto non ci lavoro più”. Ma è pericolosa questa cosa.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente.
Quello che ci terrei a dire è che: se tu hai fatto un errore e non hai posto rimedio a questo errore, la segnalazione arriva ogni mese, quindi tu ti ritrovi ogni mese con la stessa segnalazione negativa.
Nel momento in cui tu poni rimedio, quindi io avevo un debito di €1.000 che alla fine ho pagato, la banca interrompe la segnalazione.
Quindi da questo mese in avanti non segnalerà più.
Però, come ci siamo detti all’inizio il sistema bancario guarda almeno i 24 mesi precedenti, per capire il merito di credito come si è formato e questa segnalazione ovviamente per 24 mesi continuerà ad essere vista sotto i radar del sistema bancario. 36 mesi, 3 anni, per le aziende.
Quello che io dico, se avete dei debiti nei confronti della banca, soprattutto quelli vecchi dovete cercare di risolverli, perché si interrompa finalmente questa segnalazione mensile e inizi quel periodo di purgatorio di 24-36 mesi dove poi la banca non andrà più a guardare i dati. Questo è un aspetto importante.
Alfonso Selva:
Anche perché, parlando con te, mi piace segnalare questa cosa che mi hai raccontato, che mi hai detto tu.
Ti è capitata una società che aveva un progetto da fare molto urgentemente, che doveva avere dei soldi urgenti. Ti è capitato una cosa che come hai detto tu, c’era una segnalazione errata da parte di una banca XY, adesso non ricordo…
Piergiacomo Drappero:
Era Unicredit.
Alfonso Selva:
Unicredit!
Vero che poi dopo gli hanno dimostrato, spiegato che c’era uno sbaglio.
Però, se mi serviva di chiudere quei soldi in un mese, magari la banca me li avrebbe dati anche in 15 giorni perché io me lo merito.
Se trovo un allarme rosso si blocca tutto e prima che glielo fai passare prima passano 2-3 mesi, mandare…
Magari se devi chiudere un affare, non lo chiudi più. Quindi il tuo lavoro è importantissimo, perché…–
Piergiacomo Drappero:
Sì, sì. Ma infatti è così.
L’esempio che tu hai fatto è l’esempio di un’azienda titolatissima, dove hanno scoperto presentando una domanda di un affidamento di 4 milioni, quindi neanche così piccolo;
hanno scoperto all’ufficio crediti, l’ufficio che poi decide cosa affidare e cosa no, un bello sconfino di €800.000 con Unicredit in un’altra banca accompagnante che l’azienda non lo sapeva.
Loro hanno bloccato immediatamente la pratica. €800.000! Uno sconfino del genere, tu vai chiedere soldi a qualcun altro, non vieni più da noi. Quindi si sono anche irrigiditi rapporti, cosa che invece…-
Alfonso Selva:
Perché sempre per tornare al discorso di prima, pensano che li vuoi fregare.
La prima cosa che pensano, anche se lavori con loro da 10 anni, da 20 anni e ti conoscono, “Ci vuol fregare!”.
E quindi dici: ” Ma io, ci conosciamo! Non è colpa mia!”,”Eh vabbè, la rivediamo fra 1 mese, 2 mesi, 3″, così dicono.
Piergiacomo Drappero:
Esatto.
E quindi la pratica intanto si blocca e tu hai sudato tanto per preparare una pratica.
Che per 4 milioni non la fai due righe scritte ma devi fare un dossier importante.
Devi scoprire chi è la banca che ha il problema, poi lo vieni a scoprire, ma come ti ho detto non basta una email, una telefonata per risolverlo.
Perché la banca che deve decidere se affidarti o no, deve parlare su dati ufficiali, quindi dati ufficiali, centrale rischi eccetera…
Quindi devi aspettare che questo errore venga cancellato, come abbiamo detto prima dal sistema di informazione redditizio, quindi dalla centrale dei rischi e ci vuole come minimo, possiamo dire due mesi quando va bene.
La fai una volta al mese la fotografia, quando va bene sono due mesi.
Questo esempio– Io lo dico a tutti, prima di entrare in banca, guardati una centrale rischi. Per qualsiasi cosa tu debba fare all’interno di un’agenzia, prima guardati la centrale rischi.
Perché poi ti porta dei vantaggi enormi e te lo spiego anche.
Perché anche tu sei un uomo di banca comunque, che anche se tu sei concentrato sulla raccolta, comunque conosci tutti i meandri–
Alfonso Selva:
No, ma io lavoro anche con le società.
Facciamo moltissimo gli affidamenti controgarantiti.
Però anche sul non controgarantito ci si lavora.
Ma anche se tu, società che hai 10 milioni di euro vuoi fare un conto garantito, se c’hai la CR sporca, non te li diamo lo stesso.
Perché Banca Italia non permette assolutamente di dare soldi a nessuno che abbia un problema del genere.
Anche se io sono pieno di soldi e non ho problemi, non te li diamo, non te li diamo.
Invece se sei affidabile Il range che possiamo far pagare, che ne so, è dallo 0,08 fino a 1,5 ed hai un merito creditizio molto buono ti faccio pagare…
Però molto buono, meno buono dipende anche da come l’hai strutturato nel tempo. E quindi vai a vedere:”Come ce l’ho? Come l’ho costruito?”. Sono tutte cose che…
Piergiacomo Drappero:
Esattamente.
Quindi tu sei l’uomo crediti.
Io mi presento e vengo a chiederti un affidamento, ok?
Secondo te, se io mi presento anche solo banalmente e ti dico: “Guarda Alfonso, la mia centrale rischi la conosco”.
Tu la prima cosa che fai è: “Oh caspita, c’è qualcosa di diverso dal solito!”.
Io la conosco, va bene, non sono capace ad analizzarla ma l’ho data a Pier che fa questo mestiere, comunque l’ho analizzata.
Ho persino una piccola magagna che ho scoperto di mia scorta e un errore delle segnalazioni; quindi ho già iniziato la pratica per andare a correggere.
Oppure mi presento sempre io, la mattina e ti dico: “Guarda Alfonso. Ho bisogno di €100.000 perché ho un progetto in testa”. E tu mi dici: “Ok, e cosa mi dai come documentazione?”,” Ma sai, lo so, mi sono svegliato, ho avuto l’idea…”.
Preferirai dare i soldi al primo Pier o al secondo Pier che si presenta, anche solo banalmente dicendo “Io conosco la mia centrale rischi, l’ho analizzata e so di che cosa stiamo parlando”. Questo voglio sottolineare.
Alfonso Selva:
Questo, nel concreto stai parlando dell’importanza di curare la CR come strumento per andare in banca e chiedere i soldi, perché è importantissimo.
Piergiacomo Drappero:
Perché è fondamentale.
Alfonso Selva:
Fino ad oggi ti assicuro che parlando con gli imprenditori, per moltissimi la CR o è sconosciuta o lo sanno o non ci danno la minima importanza.
Invece, insieme con i bilanci, il business plan; tutte le varie cose che esistono che devi far vedere, più arrivi preparato dall’uomo crediti, più hai credibilità iniziale, più vai veloce e più è probabile che te l’approvano.
Piergiacomo Drappero:
Tu stai aiutando una persona che fondamentalmente ti conosce dai numeri, perché non può essere tanto diverso e lo aiuti a svolgere meglio il suo lavoro, che si tradurrà sicuramente in un vantaggio per te, non diretto ma indiretto diventa un vantaggio per te.
Sei d’accordo, ok?
Quindi questo è un conto.
Io ti dico, prima di andare in banca, scaricati la centrale rischi.
Se è complessa falla analizzare da qualcuno che è in grado di farlo, perché io capisco che non è facile, non è così leggibile, perché Banca d’Italia ha fatto tanti sforzi migliorativi.
Ma questo è il punto di partenza. Io mi ricordo un Advisor di Roma, questo cliente di Roma che è un giorno mi disse: Guarda Pier, c’è una cosa che io non riesco a capire.
Se vai in un tribunale tu non andresti mai da solo, vai sempre con un avvocato. Siamo d’accordo.
Se vai in ospedale, Tu non vai da solo, vai insieme a un medico.
In banca invece l’imprenditore testone continua ad andare da solo, anziché farsi aiutare per esempio da persone come te, che possono consigliare il percorso da svolgere.
Mentre invece nel nostro immaginario collettivo l’imprenditore va ancora in banca da solo. La cosa che lui mi diceva Io tiri giù una bella saracinesca e in banca l’imprenditore da solo non può entrare.
Alfonso Selva:
Eh, con me sfondi una porta aperta, perché sul lato degli investimenti ci stanno moltissime persone che pensano di saper fare da sole.
Io ho scritto un articolo, quello che ho tradotto da un americano bravissimo, bellissimo; che fa la differenza tra l’investitore esperto e quello professionista.
Se tu leggi, quello esperto sembra che sa tutto lui, però non è quello che ti serve, ti serve quello professionista.
Perché, come hai detto te, in tribunale ci vai con l’avvocato, se devi fare i conti vai dal commercialista, se devi fare un’altra cosa vai dal notaio; per investire, devi venire dal consulente finanziario oppure per l’imprenditore una parte gliela posso fare io una parte gliela fai te.
Ognuno c’ha la sua.
Piergiacomo Drappero:
Quello è sempre professionista.
Alfonso Selva:
Certo, tra l’altro professionista dei vari settori.
Perché purtroppo stiamo diventando sempre più professionisti su una piccola parte.
Perché io come ho detto non posso sapere tutte le cose, tante cose non le so perché normale, non lo faccio tutti i giorni.
Come tu non sai tutte le cose del mio lavoro. Cioè se te le dico, tu mi dici: “Boh che ne so”.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente, è esattamente così. Questo è un po’ il quanto, speravo di avere dato qualche indicazione.
Alfonso Selva:
Senti, il consiglio finale è: curare la vostra CR, scaricatevela, guardatevela, cercate qualcuno che ve la analizza, perché da soli...
Piergiacomo Drappero:
È vero che tiro acqua al mio mulino, però è la verità in questo caso.
Cioè, nel senso che è la verità, perché non è facile da leggere.
Alfonso Selva:
E fate opera di prevenzione, non arrivate dopo, perché se fate l’opera di prevenzione e tutte queste cose che fate, vi aiuteranno ad avere più soldi nel sistema bancario, a pagarli di meno e vi creerà meno problemi.
Il tuo lavoro è questo: stare accanto all’imprenditore, di dargli la mano sotto tutto quel lato della CR e migliorare tutto quello che è il rating.
Piergiacomo Drappero:
È esattamente così. È esattamente così.
Io non li aiuto a scegliere una banca perché non è il mio mestiere, non sarei capace.
Però li aiuto a dare quei documenti che servono, quel documento importante e che serve che li aiuta a colloquiare con il sistema bancario. L’obiettivo è quello di portare una simmetria informativa più piccola, eh?
Alfonso Selva:
Senti Pier, per concludere. Lascia i tuoi dati dove ti possono cercare, trovare, rivolgersi a te per tutto quello che abbiamo detto, CR e tutto quello collegato; quindi così se qualcuno vuole ti può contattare.
Piergiacomo Drappero:
Certo allora, su LinkedIn Piergiacomo Drappero, esisto solo io quindi mi trovano facilmente.
Abbiamo un sito che è molto formativo, perché noi abbiamo fatto una scelta di dare tante informazioni, quindi ACRIS.it, è l’acronimo di analisi di centrale rischi.
Alfonso Selva:
Scusa, ACRIS o ACRI?
Piergiacomo Drappero:
ACRIS, analisi centrale rischi, quindi è l’acronimo di analisi di centrale rischi. ACRIS.it.
Mi trovate piergiacomo.drappero@acris.it per quanto riguarda l’email, poi tramite te, io penso che se c’è qualcuno che ha delle necessità di [eco], ci mettiamo a disposizione per domande o dubbi che possono sorgere anche dopo queste due parole, questa chiacchierata che abbiamo fatto insieme, per i tuoi ascoltatori.
Fatemi arrivare le domande, rispondiamo a tutti, aiutiamo chi ha bisogno di aiuto, ecco.
Alfonso Selva:
Va bene Pier, sei stato molto gentile.
Grazie di aver partecipato, sicuramente questa puntata è un po’ lunga, però è molto mirata agli imprenditori, è importantissimo.
Quindi ci tenevo a farla con un esperto.
Grazie ancora e casomai ci sentiamo alla prossima.
Piergiacomo Drappero:
Assolutamente. Grazie a te. Grazie ai tuoi ascoltatori che ci ascoltano il podcast e… A vostra disposizione, ecco!
Alfonso Selva: Ciao!
Alla prossima!
Piergiacomo Drappero:
Buona serata! Ciao, ciao! Alla prossima!
..
Se vuoi contattare l’ACRIS ecco il link
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Alfonso Selva
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