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Oggi voglio riparlare della Consulenza Patrimoniale, in particolare di eredità e testamento, per spiegare meglio di cosa si tratta.
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Uno dei momenti importanti in cui si esplica la Consulenza Patrimoniale è quando si verifica il decesso di un familiare e quindi arriva il momento di gestire un eredità.
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Purtroppo nella vita arriva sempre il momento di affrontare un’eredità.
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Mi è capitato spesso nei miei 25 anni di attività di Consulente Finanziario/Patrimoniale di affrontare questo accadimento e voglio darti una serie di consigli su come affrontarlo al meglio.
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- Esiste un testamento?
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Se la persona defunta ha fatto un testamento da un notaio, sarà lo stesso notaio al momento della morte della persona che cercherà gli eredi e li informerà del testamento.
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Anche gli eredi possono, in caso di dubbi, fare una ricerce al Consiglio Notarile per sapere se esiste un testamento depositato.
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- Dichiarazione di successione.
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La dichiarazione di successione e’ un obbligo fiscale e il non farlo fà scattare sanzioni economiche.
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Infatti la dichiarazione di successione è l’invio della comunicazione dell’avvenuto decesso con l’indicazione del patrimonio totale all’Agenzia delle Entrate, per quantificare il patrimonio su cui calcolare l’imposta di successione da versare allo Stato Italiano.
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Il termine per farla e’ di 1 anno dalla morte.
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Cosa MOLTO IMPORTANTE, la dichiarazione di successione non è l’accettazione dell’eredità, ma è valida solo ai fini del pagamento dell’imposta di successione.
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La dichiarazione di successione non deve essere fatta se gli eredi sono il coniuge e/figli e/o parenti inlinea retta, se l’eredità non supera i 100.000 euroe se non ci sono beni immobili o diritti reali su immobili (usufrutto,servitù, abitazione, superficie).
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- Accettazione dell’eredità: sei obbligato ad accettarla?
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No, non sono obbligato ad accettare l’eredità.
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Se il defunto ha dei debiti e questi sono superiori al patrimonio, sicuramente non mi conviene.
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Posso comunque accettare l’eredità con BENEFICIO DI INVENTARIO, questo vuol dire che pagherò i debiti solo fino al completo esaurimento del patrimonio ereditato e poi basta.
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Ci sono 10 anni di tempo per accettare l’eredità.
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Se i creditori del defunto chiedono il pagamento dei suoi debiti, posso rifiutarmi di pagare se non ho accettato l’eredità e i creditori non possono avviare nessuna azione legale.
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Tuttavia i creditori possono chiedere al tribunale di fissare un termine più breve dei 10 anni per costringermi a decidere se accettare o no.
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Se di mia iniziativa voglio pagare i debiti del defunto è meglio farlo con i miei soldi, perché se uso quelli dell’eredità è come se avessi accettato l’eredità e non e’ più possibile revocarne l’accettazione.
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Inoltre non tutti i debiti vanno pagati.
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Infatti non si devono pagare le multe, le sanzioni amministrative, le sanzioni fiscali, ma le imposte e tasse si devono pagare.
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Inoltre non si pagano i debiti prescritti e la prescrizione si calcola dalla scadenza del pagamento o dall’ultima richiesta di pagamento ricevuta in vita dal defunto.
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Per quanto riguarda la prescrizioni ti faccio alcuni esempi:
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I termini sono di 10 anni per fatture conseguenti a contratti, 5 anni per risarcimento danni da atti illeciti, 5 anni per debiti condominiali, 5 anni per utenze telefoniche e 2 anni per utenze di gas, di luce e d’acqua.
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- E se uno degli eredi non vuole accettare l’eredità?
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Se uno o piu’ eredi tardano a decidere e quindi bloccano tutti gli altri, ci si può rivolgere al tribunale per fargli dare un termine più breve per la decisione.
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- E se un erede rinuncia all’eredità?
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La sua parte spetta ai figli, che possono accettare o rinunciare.
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Se anche i figli rinunciano allora la quota va ai fratelli, che possono accettare o rinunciare.
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Se anche i fratelli rinunciano o non ci sono la quota si somma a quelle degli altri eredi.
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- E se TUTTI rinunciano?
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Se tutti rinunciano all’eredità, allora finisce tutto allo Stato e in questo caso nessun creditore sarà pagato.
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- E se il defunto era solo separato e non divorziato?
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In questo caso l’ex coniuge rientra nell’eredità, ma se la separazione era avvenuata con ADDEBITO a carico dell’ex coniuge sopravvisuto, allora egli non fa più parte delgi eredi.
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- E se uno degli eredi ha dei debiti?
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Se un erede ha dei debiti i suoi creditori potranno pignorare la sua quota dell’eredità e quindi anche i beni in comunione con gli altri e bloccare tutti.
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le soluzioni potrebbero essere due:
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- Gli altri pagano il debito e liberano tutte le quote.
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- L’erede con debiti rinuncia all’eredità, ma in seguito i creditori entro 5 anni possono contestare la rinuncia all’eredità e farla revocare pignorando in seguito il bene ereditato.
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9) Come fare se un erede non vuole vendere una proprietà ereditata in comune con altri eredi?
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Se uno degli eredi di una proprietà indivisa in comune come una casa, non vuole vendere in accordo con gli altri , questi ultimi possono rivolgersi ad un giudice, il quale verifica se uno o più eredi si offrono di acquistare le sue quote che sono state fatte valutare da un perito o se nessuno si offre allora il giudice fà vendere la casa all’asta.
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10) Che fare con le raccomandate inviate al defunto?
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Il consiglio è di non ritirare nulla che riguardi il defunto in merito a richieste di creditori e questo vale anche per le CARTELLE ESATTORIALI inviate dall’Agenzia delle Entrate.
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Infatti prima dell’eventuale accettazione dell’eredità da parte degli eredi, i creditori non hanno nessun obbligo di pagare i debiti del defunto e quindi i creditori non hanno nessun diritto di chiedere pagamenti.
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Ti ricordo che ci sono 10 anni di tempo per accettare o no l’eredità.
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Questo evento di cui ti ho parlato è solo uno di quello di cui fà parte la Consulenza Patrimoniale, perché in effetti l’ambito di cui si occupa è molto più ampio.
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Se hai bisogno di più informazioni o di una consulenza personalizzata puoi scrivermi a info@alfonsoselva.it.
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