Trading On Line: Scoprilo con Maurizio Monti trader di borsa intervistato al Podcast Finanza Semplice. EP.46

maurizio monti borsa

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Alfonso Selva
Consulente Finanziario, padre orgoglioso di due ragazzi,compagno felice,ed atleta che non molla mai.

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Ciao e benvenuto al podcast “finanza semplice” di Alfonso Selva, il podcast dove si parla solo di finanza in modo semplice.

PUNTATA N°46

A.S.: Buongiorno e benvenuto alla nuova puntata del podcast “finanza semplice” di Alfonso Selva. Oggi ho un ospite particolare, perché dico particolare? Perché il lavoro che fa a volte lo scambiano per il lavoro che faccio io, invece facciamo due lavori completamente diversi, complementari, utili l’uno con l’altro, a volte lavoriamo e quant’altro però ognuno ha il suo lavoro e quindi mi ha fatto molto piacere che tu abbia accettato, una persona di grande esperienza, di partecipare al mio podcast. Adesso ve lo presento un attimo, il dottor Maurizio Monti è un trader. Fa il trader di borsa, quello che nell’immaginario ha sei schermi davanti, qualcuno invece lo presenta come quello che sta sulla spiaggia che si diverte con il computer, insomma poi ci sono tutte le varie iconografie strane che abbiamo nella mente. Lui è editore di due riviste “Traders’ Magazine Italia” e “Investors’ Magazine Italia”, ha due portali siti web che sono “l’Istituto Svizzero della Borsa” e “l’Istituto Spagnolo della Borsa”, questo lo porta avanti da quasi otto anni, però ha un grosso curriculum precedente che vi dirà lui.
Ciao Maurizio e benvenuto! Grazie ad aver accettato l’invito.

M.M.: Ciao Alfonso! Grazie dell’invito, grazie a tutti coloro che ascoltano.

A.S.: Certo, sei il benvenuto. Oggi mi darai una grossa mano a spiegare il fraintendimento fra il tuo lavoro e il mio lavoro. Tu sei un trader ed io faccio il consulente finanziario, sono due cose differenti.

M.M.: Assolutamente sì.

A.S.: Senti, vuoi raccontare un po’ il tuo background, il tuo curriculum vitae abbastanza ricco? Questo è meglio che lo dici tu.

M.M.: Sì, cerco di sintetizzarlo. Io faccio trading da 38 anni. Ho cominciato nel 1982, a quel tempo i computer occupavano una stanza intera, quindi i computer li usavamo per tutt’altro che per fare trading. Io però già li usavo per fare le prime statistiche, anche perché avevo 16 anni ero studente di liceo e mi dilettavo di computer, era la cosa che mi appassiona di più nella vita. La prima cosa che ho fatto è stata applicare i computer alla finanza, da quel momento non ho più smesso. Nell’82 ho cominciato a fare trading operativo, non c’era il trading online, a quel tempo si operava con il telefono e per lunghi anni ho cercato di amministrare il mio patrimonio con il trading. Nel ‘92 ho deciso di trasferirmi in Svizzera perché era il luogo dove potevo mettere a disposizione di altri la cultura che aveva accumulato, avevo già fatto dieci anni di esperienza in una materia in cui all’epoca erano solo gli agenti di borsa che diventavano esperti di questa materia. Io come privato ero un po’ una mosca bianca, in Italia non avevo molte prospettive e mi sono trasferito in Svizzera. In Svizzera, viceversa, le prospettive sono state numerose. Ho operato per altri dieci anni nel trading operativo, sempre specializzando le mie modalità tecniche e le strategie di marketing e sono approdato al trading algoritmico, sono stato uno dei primi in Europa a fare trading in versione algoritmica.

A.S.: Dopo magari ci spieghi cos’è il trading algoritmico…

M.M.: Il trading algoritmico è un trading basato tutto sul calcolo matematico. Invece che mettermi a video e decidere che cosa fare, decide il computer al posto mio cosa fare. Se andare Long, se comprare o se vendere, e il momento in cui comprare e il momento in cui vendere. Ovviamente c’è un computer che va addestrato, per così dire, in modo adeguato. In quel momento ho capito che quella era una risorsa che io potevo mettere a disposizione e che non sarebbero stati in tanti capaci di farlo perché bisognava essere esperti sia di finanza che di computer.

A.S.: Praticamente tu hai creato degli algoritmi per fare questa cosa?

M.M.: Ho creato degli algoritmi. Oggi io sono qui con te, Alfonso, perché mentre parlo ci sono una trentina di sistemi di trading che operano sui miei server, completamente in automatico e fanno operazioni di trading mandandoli al mercato in modo assolutamente autonomo rispetto a me. Io divento solo il loro controllore.

A.S.: Ci vuole qualcuno che li guidi, perché il computer è stupido. Se tu non gli metti dentro quello che deve fare…

M.M.: È di una stupidità assoluta il computer, quindi assolutamente va controllato e verificato. Questo permette di avere una esplosione di tempo libero. Quello che a me è successo circa 12 anni fa, cioè dopo aver inserito negli algoritmi quindi nel trading automatico la mia operatività per ben otto anni – ci ho messo otto anni a renderla completamente automatica – e dodici anni fa ho cominciato a fare attività editoriale. Il mio obiettivo era quello di allargare quello che era la mia cerchia di clienti che mi ero fatto in Svizzera come consulente di trading, perché poi alla fine si cerca di trasferire agli altri la conoscenza che si è applicata, è anche una ragione di soddisfazione al di là degli aspetti economici. È un momento molto edificante sapere che gli altri operano perché gli hai insegnato qualcosa. Dodici anni fa mi son messo in testa che potevo, tutto sommato, approcciare un pubblico ancora più vasto. Ho cominciato a fare attività editoriale prima per terzi, per editori, poi nel 2013 ho portato in Italia a gennaio la rivista “Traders’ Magazine” che è un must europeo del trading, è nata in Germania nel 2003 ed in Germania è molto diffusa. Conoscevo già l’editore, è stata un’esperienza fantastica quella di portare la rivista in Italia e quella di creare poi portali finanziari e comunque piattaforme di conoscenza e di cultura del trading e dell’investment, ovviamente. Perché poi lo diremo, con il trading a secondo di come lo si para si può fare trading, speculazione oppure gestire patrimoni in termini di investimento, quindi in termini di visioni più long-term delle gestioni patrimoniali. Nel trading nasce una cultura, nasce un qualche cosa che permette di gestire denaro. L’obiettivo è quello di cercare di fare denaro dal denaro, cercare di fare soldi dai soldi e ovviamente è un qualcosa che richiede le conoscenze specifiche.

A.S.: Poi ho notato che, a parte questi due siti web che ho detto, tu sei molto attivo su Facebook, hai un grandissimo seguito e fai anche molti webinar informativi a cui partecipano molte persone, poi lo diremo dove trovarti e come cercarti.

M.M.: Con le riviste e con i portali organizziamo da 4 a 6 webinar ogni settimana in italiano e da 1 a 3 webinar ogni settimana in spagnolo. Nella primavera del 2021 lanceremo il portale in lingua inglese, che è uno dei miei obiettivi di vita che mi son fatto da quando ho cominciato l’attività editoriale.

A.S.: Senti, bene. Questo è un po’ tutto quello che hai fatto e che farai, perché i progetti ci devono essere sempre. Adesso ti faccio la domanda che sembra quella più stupida però è importantissima: il trading – che in inglese vuol dire commercio – è, come hai detto tu, acquistare e vendere qualsiasi cosa, però noi lo applichiamo solo alla Borsa, però se tu spieghi bene con parole semplici cos’è un trader. Cosa fa esattamente?

M.M.: Il trader è una persona che analizza i mercati, quindi analizza degli strumenti finanziari, analizza dei grafici di strumenti finanziari per l’esattezza e analizza dei dati fondamentali di strumenti finanziari. Facciamo un esempio concreto, sappiamo tutti che ci sono le Borse Valori, c’è la Borsa di Milano, alla quale è quotata la società FCA, la vecchia Fiat per intenderci, che tutti quanti la conosciamo, piuttosto che la Campari è un’altra azienda che conosciamo tutti molto bene perché è un orgoglio dell’Italia nel mondo. Sono marchi che hanno portato l’economia del nostro Paese e il brand del nostro Paese, a un livello veramente molto elevato.

Bene, se io voglio diventare socio di FCA non devo far altro che poter comprare delle azioni di FCA, e le azioni sono liberamente negoziate in Borsa, quindi questo significa che mi basta una piattaforma di trading – oggi la piattaforma è completamente elettronica ed è banale – devo aprire un conto di trading con un broker autorizzato, quindi un broker che viene regolarmente autorizzato dalle autorità in Italia e dalla Consob e che ha una licenza per potermi permettere la negoziazione sugli strumenti finanziari. Quindi io vado sulla piattaforma, analizzo il grafico di FCA, ritengo e FCA abbia per esempio una possibilità di poter crescere di qui a una settimana, di qui a un mese, di qui ad un anno, a tre anni, al tempo che io voglio mettere nel mio orizzonte di trading o di investimento. A quel punto io compro il titolo FCA e me lo mettono il mio portafoglio elettronico. Poi, posso fare la stessa cosa quando ovviamente ci sarà il momento in cui il titolo magari ha acquistato valore e voglio andarlo a vendere. Prenderò, sempre nella mia piattaforma, quel titolo che ho in portafoglio e dirò “lo voglio vedere”. Questa è la semplificazione del lavoro del trader. Il trader non fa altro che prendere gli strumenti finanziari e dire “li acquisto” piuttosto che “li vendo”.

A.S.: Adesso che abbiamo detto cosa fa un trader, dammi una mano – è che io lo faccio spesso ma magari tu riesci a farlo meglio di me – la differenza tra il mio lavoro di consulente finanziario, un lavoro del gestore dei fondi e quello che fai tu. Vediamo se riesci a farlo semplicemente, la differenza fra queste tre figure che sono quelle che si interfacciano con i risparmiatori per i suoi investimenti.

M.M.: Certo, diciamo che sono figure che sono parallele, perché tutto dipende dall’orizzonte che noi vogliamo mettere sia in termini temporali al rendimento del nostro denaro, e sia in termini di rischio. Quando io faccio trading ritengo, per esempio, che un livello di rischio del 20% sul capitale sia un qualcosa che nel trading speculativo debba essere assolutamente accettato. Significa che se io investo 100, devo essere pronto mentalmente a dire che ci saranno dei momenti in cui quei 100 varranno 80. È vero che il mio auspicio è che diventino 120 o 130 o più, però devo essere pronto a sopportare quel 20 di rischio. Questa è un’attività di trading speculativo, perché il trading speculativo è fatto così, nel senso che bisogna accettare un certo livello di propensione al rischio. Seconda cosa, nel trading in genere si opera con una certa velocità, nel senso che se voglio fare operazioni di trading relativamente veloci non posso tenere in portafoglio occupato troppo tempo un titolo o uno strumento finanziario. Quindi mi dò un orizzonte di investimento che in genere è più breve. Quando dal trading si passa all’investment – cioè all’investimento – allora l’investimento significa che posso avere un orizzonte un po’ più lungo e anche avere una propensione al rischio inferiore, non è necessario avere una propensione del 20%, magari una propensione al rischio inferiore del 10-8% soprattutto un orizzonte che mi fa dire che io un titolo passo tenerlo in portafoglio anche per anni, in quel caso sono un investitore (diciamo che sono un po’ meno trader e un po’ più investitore) e in quell’orizzonte di investimento, io detengo degli strumenti finanziari, delle azioni in portafoglio per esempio, con una logica di medio e lungo termine. Il gestore patrimoniale è quindi un qualcuno che gestisce investimenti per conto di terzi, e che e concorda con l’investitore qual è la sua propensione al rischio, quindi quanto può rischiare nel patrimonio, e quanto lungo deve essere il suo orizzonte di investimento. Alla fine viene il risparmiatore, che ha un orizzonte ancora più lungo e può puntare addirittura a costruirsi qualche cosa per la pensione, qualche cosa che non è strettamente correlato con l’attività di trading speculativo che vuole avere un risultato ed è disposta a rischiare subito, o con quella di investimento che vuole un risultato da qui a 3, 5, 7 anni. Il risparmiatore guarda nel lungo e lunghissimo termine, in quel caso quindi il consulente finanziario o il gestore patrimoniale di un risparmiatore concorderà con il risparmiatore le modalità per potergli consentire, per esempio con dei piani di accumulo o con una scelta di idonei fondi di investimento long term e guardando diciamo una logica di accumulazione di capitale graduale nel corso della vita, per poter arrivare per esempio alla pensione. Per poter arrivare dopo vent’anni ad avere un capitale con cui uno può fare quello che desidera. Quindi propensione al rischio e orizzonti di investimento, questa è la differenza fondamentale.

A.S.: Io dico anche che tu fai un lavoro più rivolto all’azione da comprare, alla valuta da comprare, al commodity da comprare. Io faccio un lavoro rivolto più alle esigenze della persona, traducendole poi in attività di gestione che non sono le mie. Io non compro e vendo i titoli ma lo fa il gestore attraverso un trader come te, mettiamo che potrebbe essere questa la trafila. Fatta L’analisi con il cliente, capito quali sono gli obiettivi, specificati e capiti gli strumenti da usare, poi io delego le attività di gestione di comprare e vendere al gestore e al trader, è esatto?

M.M.: Correttissimo. Diciamo che il consulente non manovra in proprio il capitale, ma fa in modo di poter far gestire ai manovratori, e concordandolo con il cliente, il capitale del cliente.

A.S.: Anche perché se tu ti metti a parlare con tutti i clienti tutte le volte che ci devo parlare io, non fai più il lavoro di trader. Lo stesso io, se dovessi seguire tutti i giorni i titoli, non parlerei più con nessuno perché non avrei il tempo di parlare con nessuno. Invece il mio lavoro è parlare con i clienti, capirne le esigenze e tradurle. Adesso abbiamo specificato bene, speriamo che dopo aver spiegato questo non ci sia qualcuno che mi dica: “Che lavoro fai?” “Il consulente finanziario.” “Ah, vendi e compri titoli in borsa!” “Veramente… no.”. Più che altro mi chiedono “Ma senti, cosa devo comprare per guadagnare un sacco?” Beh, se lo sapessi con sicurezza penso che non sarei qua a “giocare” al lavoro tutti i giorni, comprerei una cosa con cui sicuro guadagno milioni e milioni di euro. “Non lo sa nessuno” gli dico. Tutti lavoriamo per un risultato ma non è mai sicuro al 100%.

M.M.: Assolutamente. Si opera sulle probabilità.

A.S.: Esatto. Poi andiamo un po’ più nello specifico sul discorso del trading, magari così facciamo capire qualcos’altro, però altra cosa: Tu consiglieresti ad un singolo risparmiatore che ha i suoi 20, 30, 50mila euro di fare trading da solo?

M.M.: Io gli consiglierei di punto uno studiare i mercati. Studiare i mercati significa questo: accrescere la propria cultura finanziaria, perché questo è il vero obiettivo che serve all’italiano medio e di cui l’italiano medio spesso non ha consapevolezza.

A.S.: Sai perché ti faccio questa domanda? Sicuramente sarà capitato anche a te. Le pubblicità del “Comincia con 100 euro, 1000 euro a fare trading e guadagni centinaia di migliaia di euro, ma non è affatto così.

M.M.: No, sono pubblicità assolutamente vicine alla truffa. Non è quello, il trading è un fatto serio e professionale. Perché dico che bisogna accrescere la propria cultura finanziaria? Perché soprattutto mi sono messo a fare l’attività editoriale? Perché l’attività editoriale mi permette anzitutto di diffondere cultura finanziaria, l’Italia ha proprio un bisogno disperato di cultura finanziaria.

A.S.: Sì perché noi siamo un paese agli opposti, abbiamo uno dei più alti tassi di risparmio ma uno dei più bassi gradi dell’alfabetizzazione finanziaria, è incredibile. Abbiamo questa dicotomia, questa differenza che è impressionante.

M.M.: Esatto, noi dovremmo iniziare dalla scuola a capire che cos’è la finanza operativa. Perché poi questo ci permette da risparmiatori e investitori, di dire quando parlo con il mio consulente Alfonso Selva, parlo con una persona che certamente mi dà consigli in modo competente ma io riesco a seguire quello che dice nel mio modo individuale e personale, riesco a seguirlo meglio. Riesco a condividere con lui che cosa voglio come risparmiatore o come investitore. Poi se, una volta che mi sono rafforzato in termini di cultura finanziaria, voglio per esempio seguire un servizio di trading, un servizio fatto con la competenza necessaria per poter seguire un servizio di trading destinandoci una piccola parte del mio patrimonio, ed essendo consapevole e su quella piccola parte ho un livello di rischio superiore, questo certamente una volta che ho acquisito la cultura necessaria è un fatto che io mi sento di consigliare. Certamente non mi sento di consigliare e di dire “adesso apro un conto, ci metto dei soldi, comincio a operare o comincio a dar retta a qualcuno che mi dice che 100 euro si trasformeranno in 100mila”. No, non è questo il trading.

A.S.: Io faccio sempre l’esempio: ma tu riusciresti a fare il dottore? Quanti anni ha studiato quello per diventare architetto commercialista o consulente finanziario? Tanti. Tu quanti anni hai studiato per iniziare a capire bene, senza perdere centinaia di migliaia di euro facendo delle cose completamente sballate, e quanto ancora studi? Tu, dillo bene, quanto hai studiato, quanti anni e da quanto ancora continui, perché questo è importante.

M.M.: Dichiaro in pubblico, dedico 30 giorni uomo completi ogni anno alla formazione specifica su qualche cosa che ritengo di non aver mai imparato, e nella mia attività editoriale giorno per giorno studio di continuo i mercati, studio di continuo i contenuti. Perché poi devo raccontare qualche cosa che sia credibile per le persone, quindi io devo studiare. È la mia attività e non si finisce mai di studiare. Il messaggio io vorrei dare a tutti è che studiare è una gran bella cosa, è una cosa che gratifica, è una cosa che permette di crescere dentro, che permette di capire meglio i fenomeni. Quando sentiamo parlare che c’è la Lagarde che parla piuttosto che la presidente del FMI, Fondo Monetario Internazionale, o sentiamo parlare i politici di economia…

A.S.: I politici dicono un sacco di balle, eh. Diciamo la verità. Dicono pure cose molto sbagliate quando parlano, tante volte dicono degli “sfondoni”, come si dice in gergo, micidiali.

M.M.: Essere competenti, riuscire a capire certi fenomeni, è una gran cosa. È una gran cosa perché poi ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai nostri coniugi, alle persone che stanno con noi e alle persone che hanno bisogno di noi, possiamo raccontare qualcosa di quello che abbiamo imparato, quello che abbiamo studiato. Questo è bellissimo.

A.S.: A questo ci tenevo perché molta gente pensa “faccio un corso di due ore, di mezza giornata e divento un trader”. Prima di tutto assolutamente no, poi quanto tempo giornalmente devi impiegare per capire e per fare? Perché se io l’impiegato, faccio il libero professionista di qualsiasi cosa o sono un imprenditore che ho la mia azienda, ma posso trovare il tempo per studiare e per seguire i mercati, per comprare e per vendere se faccio anche un altro lavoro importante per la mia vita? Io dico di no.

M.M.: Allora, diciamo che se dedico, come in tutte le cose, il tempo giusto allo studio e all’acculturazione tutto è possibile.

A.S.: Quanto devi dedicare? Tutti i giorni 2 o 3 ore?

M.M.: Beh, sì, devi dedicare quello che serve. Io ti dico una cosa, quello che può essere opportuno per chi vuole diventare trader è quello di crearsi una buona base di cultura (buona base partecipando agli eventi, agli eventi online, cominciando ad indirizzare il proprio interesse in quella direzione. Poi eventualmente scegliere il consulente trader di fiducia, quello che può dare gli indirizzi di come fare e questo, nelle mie riviste, è uno degli obiettivi che io mi son posto. Io lavoro con centottanta autori da tutto il mondo su “Traders’ Magazine”, una cinquantina sui “Investors”, altrettanti sull’Istituto e sull’Istituto spagnolo, e l’obiettivo qual è? È quello che quando qualcuno vuole acculturarsi, noi gli diamo gli strumenti per potersi acculturare e anche per poter essere seguito, se vuole, in quello che è l’attività operativa. Non ci sostituiamo a lui, noi creiamo, propaghiamo e distribuiamo cultura, questo è il nostro obiettivo. Per chi vuole fare trading c’è la strada giusta per farlo, se lo si affronta seriamente dedicando il tempo che occorre, studiando seriamente e una volta che si sono studiati i parametri fondamentali, se non si ha tempo da dedicare ci sono strumenti che permettono di non dedicare troppo tempo. Ma la cultura serve, la cultura ci vuole comunque.

A.S.: Devi capire almeno quello che qualcun altro sta facendo per te. Se lo capisci puoi intervenire e spiegare bene cosa vuoi. Capire se sta facendo bene il suo lavoro. Se tu non sai nulla come fai a capire se quello e bravo o non è bravo?

M.M.: Esattamente, questo è il discorso. È la cultura che va diffusa.

A.S.: Senti, giornata tipo di un trader, un trader che fa solo il trader. Non si alza a mezzogiorno, va tutte le sere in discoteca, modelle, super macchine? Insomma, non è questa la vita che fa un trader, vero?

M.M.: No, anzi. Posso dire che tutti quelli che ho visto seguire un modello di vita abnorme in funzione di guadagni di trading, non sono durati a lungo. Perché il trading è equilibrio. Il trading è qualcosa che richiede un grande equilibrio mentale.

A.S.: È come uno sportivo, ti devi alzare presto, devi fare attività fisica, devi mangiare bene, studiare… tutte queste cose. Descrivi la tua giornata tipo, per esempio.

M.M.: Io sono un trader molto privilegiato perché ho delegato ai computer la parte operativa e oggi ho dei collaboratori che mi aiutano in tutto quello che è l’aspetto tipicamente operativo di mercato, io posso dedicarmi all’attività editoriale che è quella che mi gratifica di più. Non mi gratifica dal punto di vista economico, perché fare l’editore in Italia…

A.S.: No, no. Ti gratifica dal punto di vista personale di insegnare, di far crescere le persone che ti seguono.

M.M.: Do anche lavoro a tante persone. Do 32 stipendi ogni mese come attività editoriale, quindi è un qualcosa che mi gratifica dal punto di vista dell’impresa editoriale, ma dico che ci sono mille modi migliori che non l’editoria in Italia per investire dei soldi, ecco. Qui lo dico e qui mi fermo. Però la giornata tipica di un trader è che innanzitutto sceglie cosa fare sui mercati. Noi diciamo che sceglie un time frame, sceglie se operare con grande velocità all’interno della giornata di trading e quindi fare tante operazioni di trading nella giornata (questo significa svegliarsi con i mercati, alle 8 o alle 9 della mattina, stare un certo numero di ore davanti al computer fino a che non si sono fatte le operazioni della giornata). Sennò c’è il trailer più ragionato che non fa operazione intraday, cioè all’interno della giornata di trading, ma che magari fa il trading di posizione. Di posizione è un trading molto più rilassato, nel senso che devo studiare i mercati, studiare quali strumenti voglio utilizzare e poi entrare in posizione e magari uscire di qui a qualche giorno, di qui a una settimana, di qui a due o tre giorni.

Questo modello di trading è molto più ragionato che non quello così detto intraday. Poi ci può essere il trader che destina una parte del proprio patrimonio all’investimento, quindi ha un concetto più long term. Credimi, sul long term, su certi strumenti finanziari ci sono da prendere delle soddisfazioni economiche mica da poco. Considera chi ha comprato Amazon nel 2000 o nel 2001 e considera chi ha comprato Facebook nel momento in cui è stata quotata, considera Microsoft acquistata appena dieci anni fa e oggi ha rendimenti del centinaia percento.

A.S.: Certo. Tu sai che io per il mio lavoro non consiglio di comprare le azioni singole perché sono molto pericolose. Io uso solo fondi che al loro interno hanno dei gestori come te, che poi operano comprando e vendendo l’azione di un certo settore, di un certo paese, di un certo tipo. Questo sì, però chiaramente tu sei un esperto e stai parlando della singola azione. Stavamo guardando in questi Autostrade, cioè se dovesse succedere e non penso succederà, che gli levassero la concessione praticamente Autostrade è fallita. Fino a poco tempo fa sembrava una delle società più sicure in Italia.

M.M.: Assolutamente. Hai perfettamente ragione. Nel tuo lavoro di consulente finanziario ovviamente consigli degli strumenti che per loro natura sono bilanciati al loro interno.

A.S.: Sicuramente non guadagneranno tantissimo, proprio come chi ha comprato Tesla, facciamo l’esempio di Tesla che ora sta sulla bocca di tutti. Per me Tesla è pericolosissima. Perché facciamo il caso di guerra commerciale tra America e Cina, adesso Tesla produce e vende un terzo in Cina, gli fanno la ritorsione contro Huawei che l’America sta bloccando. Bloccano Tesla e Tesla crolla.

M.M.: Assolutamente, non ci son dubbi su questo.

A.S.: Quindi io dico comprate un fondo, dentro ci sono 100/200 azioni, una o due vanno male? Non fa niente. Tutte le altre vanno bene, non guadagnerete il massimo ma una media tranquilla che vi consente di guadagnare da quelli che sono i vostri investimenti.

M.M.: Assolutamente, questo è il lavoro del consulente finanziario.

A.S.: Sono ritornato un po’ su quello perché mi piace sempre fare la differenza fra me e te. Devi vedere anche certi importi. Se io ho 10 milioni di euro da investire e 500.000 li dedico alla singola azione è un conto, ho 100mila e mi compro due o tre azioni… secondo me stai facendo una cosa molto sbagliata.

Senti, entriamo un po’ più nel tecnico magari mi dai una mano, tanto per finire l’intervista ci sono ultimi 5 o 10 minuti. Ti volevo fare qualche domanda. Il trader abbiamo detto che può operare in Borsa, sulle valute quindi il classico Forex – no? Correggimi se dico qualcosa di sbagliato – e sulle commodities, che sono le materie prime. Queste sono le tre grandi macro aree sui cui lavora un trader, giusto?

M.M.: Sì, oggi anche le cripto.

A.S.: Ah già, è vero, anche le cripto. L’unica cripto che considero è il BitCoin. Perché io la vedo sempre a lungo termine, il BitCoin è l’unico che non ha dei problemi che hanno le altre, ma non entriamo su questo. Sicuramente nel brevissimo termine si può fare anche trading sulle altre criptovalute. Tu su che cosa sei specializzato? Qual è la cosa che ti piace di più?

M.M.: Io sono diversificato, anzi. Il consiglio che do a chi fa trading e a chi fa del trading una possibile professione, è quello di diversificare. Nel senso che ciò che va diversificato nel trading è anzitutto la metodologia utilizzata, ogni metodologia deve essere incorrelata con le altre e nella incorrelazione se si utilizzano strumenti finanziari diversi è anche meglio.

A.S.: Fai un esempio pratico.

M.M.: Avere un portafoglio di trading ben costituito da un sistema di trading, una metodologia di trading che trada per esempio le major del Forex…

A.S.: “Trada” è comprare e vendere.

M.M.: Compra e vende le valute. L’euro dollaro piuttosto che la sterlina contro dollaro, piuttosto che il dollaro contro lo Yen e così via… Questo è un metodo, o più metodi, che tradano, che fanno negoziazione di acquisto e vendita su questi strumenti. Poi più metodi fanno acquisto e vendita sull’azionario, perché poi l’azionario significa che può essere l’azionario italiano, può essere l’azionario americano, può essere l’azionario europeo. Se tu fai diversificazione naturale nel portafoglio di trading di questi strumenti e ogni volta rischi poco su ogni singolo strumento, se rischi poco è il primo presupposto per poter guadagnare. Se non perdi, prima poi qualche utile se ci sai fare lo porti a casa.

A.S.: Certo, se fai il matto che punti su una cosa e perdi tantissimo, alla fine…

M.M.: Considera che io sul Forex dico che bisogna rischiare ogni volta dallo 0,50 all’1% del capitale. Nel senso che non ti puoi permettere di rischiare di più. C’è chi dice “ma io guadagno poco in questo modo” ma non è che guadagni poco, tu non devi perdere prima di tutto. Poi a guadagnare ci pensiamo diventando bravi.

A.S.: Anche perché hai citato il Forex che tutti i tuoi colleghi dicono che è quello più difficile, perché è il mercato enorme più grande di tutti quanti ed è quello in cui i segnali di acquisto/vendita possono essere completamente stravolti da un momento all’altro e non hanno grande logica molte volte su tante cose. Dico bene?

M.M.: Beh, diciamo che il Forex ha delle forti correlazioni oggi. È molto cambiato negli ultimi cinque anni. La nomea di un Forex completamente scorrelato da tutto il resto è una favola. Oggi il dollar index, che è comunque il paniere delle valute che operano contro dollaro, è addirittura un leading indicator delle Borse, nel senso che ha una correlazione ormai specifica molto elevata con il settore azionario. Il guaio di tutto questo – io lo chiamo un guaio perché rispetto a come vedevo il mercato 6 o 10 anni fa, per me è diventato un guaio ma gli interventi delle Banche centrali nel mercato che hanno salvato determinate situazioni però hanno creato un impatto veramente molto significativo. L’euro dollaro, per non far nomi, che è la negoziazione dell’euro contro il dollaro con due banche centrali delle dimensioni da una parte la Banca Centrale Europea, dall’altra parte della FED cioè la banca centrale americana, puoi ben capire e con due colossi dietro che intervengono l’euro dollaro obiettivamente non è più quello di una volta, non è quello lasciato alla sua volatilità istintiva.

A.S.: Le Banche Centrali, queste due che hai citato, la Bank of England e la Bank of Japan hanno distorto completamente il mercato perché hanno guidato i tassi zero sottozero e hanno inondato il mercato di liquidità, stanno comprando qualsiasi cosa. In America comprano pure gli ETF, i titoli spazzatura. Anche la BCE ha comprato titoli spazzatura che mai nessuno avrebbe pensato che avrebbero mai comprato. Quindi giustamente i ragionamenti sui fondamentali o come potevi fare tu, oggi dovrebbero essere un modo ma le banche li hanno completamente distorti facendo i loro interventi.

M.M.: Esatto, che poi questi interventi hanno salvato il mercato, questo è fuori discussione. Non sto mettendo in discussione il fatto che le banche centrali non dovessero intervenire, dico anche però e aggiungo – il discorso diventerebbe lungo e quindi lo rendo sintetico in pochi secondi – che i problemi di fondo che hanno i mercati a livello internazionale è quello della tendenziale ineguaglianza. Nel mondo si è creata una ineguaglianza economica spaventosa che comprime la classe media e favorisce l’accumulazione eccessiva di ricchezza, è il contrario di quello che dovrebbe fare il capitalismo che dovrebbe distribuire ricchezza.

A.S.: Sono d’accordissimo con te su questo perché oggi chi è vicino alla stampante monetaria, banche o similari, diventa sempre più ricco e gestisce tanti soldi. Chi è lontano dalla stampante monetaria perché sappiamo che oggi euro e dollaro sono stampati senza niente dietro, arricchisce pochi e impoverisce tanti. Mentre invece giustamente sulle criptovalute o sul Bitcoin questa cosa non è assolutamente così, ma questo è un discorso un po’ particolare che magari richiederebbe…

M.M.: Un webinar fatto apposta. Di fatto l’ho reso sintetico il concetto proprio per questo.

A.S.: Senti Maurizio, intanto ti ringrazio del tuo intervento, è stato molto molto interessante ed importante anche per aiutarmi nel mio lavoro. Magari darò questo podcast da sentire a tutti i clienti, così capiranno un po’ meglio qual è la differenza tra il lavoro mio e il loro. Se hai piacere puoi dire a tutti come ti possono raggiungere, cercare, trovare, per seguire i tuoi corsi e qualsiasi cosa. Dai tutto quello che vuoi come riferimenti.

M.M.: Perfetto. C’è il numero di telefono della nostra rivista “Traders Magazine Italia” che risponde 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno, allo 02.30.33.28.00. Oppure l’indirizzo e-mail della nostra rivista è info@traders-mag.it. Il nostro servizio clienti è una delle cose che curiamo meglio. La risposta di 24 ore è perché ci sono delle persone che lavorano 24h e 365 giorni l’anno, perché qualsiasi lettore o cliente ci chiama in qualsiasi ora del giorno o della notte, noi vogliamo dargli una risposta subito, perché la finanza lavora 24 ore.

A.S.: Perfetto. Poi, come ho detto, basta digitare il tuo nome e viene fuori di tutto. Ti possono trovare quando vogliono e come vogliono, sei raggiungibilissimo.

Maurizio ti ringrazio ancora per aver partecipato, magari ci risentiamo più in là se mi chiederanno una puntata più tecnica, ma è difficile perché sai io faccio finanza semplice per fare le cose molto “base”. Però chi ha voglia di entrare più nello specifico nelle cose tecniche, ti contatta e tu sei quello da contattare per fare discorsi più tecnici sul trader o contattare i tuoi colleghi similari. Grazie ancora Maurizio, ci sentiamo alla prossima!

M.M.: Grazie a te dell’invito.

Ti saluto, ti aspetto per la prossima puntata di “finanza semplice”. Se hai piacere, se hai sentito questo podcast e gli altri se puoi lasciare le 5 stelle su ApplePodcasts, e lasciare una recensione così può dare la possibilità a molti altri tuoi amici, conoscenti o altre persone di poter essere raggiunti. Ci sentiamo alla prossima puntata, ciao a tutti!

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