In questa puntata parliamo di consulenza patrimoniale, cos’è e a cosa serve e qual è il ruolo di un consulente patrimoniale insieme a Massimo Perini avvocato patrimonialista per una gestione patrimoniale consapevole, sicura e globale.
Ciao e benvenuto al podcast “finanza semplice” di Alfonso Selva, il podcast dove si parla solo di finanza in modo semplice.
PUNTATA N°39
A.S.: Buongiorno e benvenuti ad una nuova puntata del podcast “finanza semplice” di Alfonso Selva. Oggi intervisto un avvocato. Direte voi, Un avvocato? E che c’entra? – C’entra, c’entra. È un avvocato patrimonialista, è stato il primo in Italia a parlare di questa nuova visione ed evoluzione della consulenza finanziaria classica, in consulenza patrimoniale. Quindi l’ho voluto fortemente intervistare per spiegare, molto meglio di me che lo sto seguendo (ma chiaramente lui è il maestro), che cosa vuol dire essere un consulente patrimoniale.
Massimo Perini è un avvocato, laureato all’Università di Bologna ed è un consulente in ambito patrimoniale per molte società, formatore, autore del blog “La protezione del patrimonio e la successione ereditaria”. Ha scritto un libro importantissimo “Il patrimonialista” che io leggo e vi dico, a chiunque che è interessato, è una bellissima lettura, si impara tantissimo. È fondatore della Kleros Community, che poi dirà lui meglio cos’è.
Benvenuto, Massimo!
M.P.: Ciao Alfonso, grazie dell’invito e buongiorno a tutti!
A.S.: Ho detto qualcosa di sbagliato? Manca qualcosa? Se vuoi integrare…
M.P.: Hai detto tutto corretto, mi pare più che corretto, sicuramente.
A.S.: Perfetto. La cosa a cui tengo tantissimo è che tu dai una spiegazione chiara e limpida per i clienti – perché chiaramente è per questo che si chiama “finanza semplice”, quindi deve essere chiaro per i clienti, gli investitori, i risparmiatori italiani che hanno rapporto con me e anche con gli altri che non hanno rapporto ma mi piace una divulgazione – su che cosa significa “patrimonialista”.
Consulente Patrimoniale cos’è
M.P.: In realtà, il concetto di consulenza patrimoniale e quindi il concetto della figura professionale del patrimonialista, è molto semplice. Se noi partiamo da un presupposto che ciascuno di noi, ciascuna famiglia, ciascuna azienda, ciascun imprenditore, ha un patrimonio e quando parliamo di patrimonio non parliamo di cose necessariamente da ricchi perché, io lo dico spesso, chi si è sudato un appartamento o il suo conto in banca, quello è un patrimonio che vale tanto quanto, se non di più, il patrimonio ovviamente del milionario.
Quindi, partendo da questo presupposto è chiaro che un patrimonialista, un consulente patrimoniale, è un professionista che ha sviluppato la capacità e la visione di andare ad abbracciare un po’ tutto quello che ruota attorno agli interessi patrimoniali di una famiglia.
Qual è l’evoluzione naturale che sta seguendo il ruolo del consulente finanziario?
Il consulente finanziario classico ha assunto nel tempo, perchè anche la consulenza finanziaria classica ha avuto una grande evoluzione partendo dal vecchio concetto di banca, si è trasformata in una professione quella del consulente finanziario, ha un ruolo sociale importante se ci pensiamo. Perché? Perché gli vengono affidati il patrimonio risparmio ovviamente delle famiglie italiane.
È chiaro che però, se noi ci pensiamo bene, anche il miglior consulente finanziario – quello che ovviamente si approccia in maniera corretta con la diversificazione e la tutela del rischio, eccetera eccetera – se ci pensiamo bene, la miglior consulenza finanziaria e la migliore strategia finanziaria, può risultare vana o addirittura intaccata in maniera determinante per altre mille circostanze.
Può essere un incidente sul lavoro, può essere un errore sul lavoro, può essere ovviamente una inabilità fisica, quindi un infortunio, può essere una successione ereditaria mal gestita, una crisi del rapporto di coppia (molto frequente).
Tutti i fenomeni umani, sociali, familiari che vanno a intaccare in maniera determinante la nostra patrimonialità. Quindi qual è l’evoluzione? Il consulente finanziario che si evolve verso la consulenza patrimoniale, deve avere la capacità – visto che gestisce gli interessi delle persone e delle famiglie che entrano in contatto con lui – di allargare il proprio raggio di azione e quindi andare a contemperare, a mettere insieme quelle che sono le varie esigenze di una famiglia attraverso, ovviamente, una strategia globale.
Quindi devo parlare non solo della parte finanziaria, che continuerò a gestire nel miglior modo possibile, ma dobbiamo aggiungerci dei pezzi.
Mi devi parlare ovviamente di che lavoro fai, mi devi parlare del tuo modello di famiglia, perché oggi si sono moltiplicati i modelli di famiglia rispetto ai tempi dei nostri genitori, dei nostri nonni e ogni famiglia ha delle regole patrimoniali ben precise.
La legge le ha diversificate. Quindi se io non conosco la famiglia, il modello al quale io appartengo, è difficile io sappia gestire correttamente la patrimonialità.
Quindi il consulente patrimoniale non è un tuttologo.
A.S.: Infatti, era proprio questo ti volevo dire.
M.P.: Ci mancherebbe.Non si sostituisce all’avvocato, al notaio e al commercialista ma, attenzione, è il riferimento primario – in materia patrimoniale – delle famiglie.
È un po’ come il medico di base, per capirci, tu vai da lui per capire se devi fare qualcosa o se semplicemente è un raffreddore e devi tornarsene a casa. Dopodiché, ovviamente se ci sarà da intervenire, da prendere un prodotto o da prendere ovviamente una cura specifica, potranno essere necessari uno o più professionisti adatti a quel problema.
Ecco, la stessa cosa vale per il consulente patrimoniale. Diciamo che è un po’ il perno attorno al quale ruotano gli interessi delle famiglie. Ecco che, se non devi diventare un tuttologo – perché questo è pacifico e non esistono i tuttologi o tuttologhi – succede che sicuramente devi sviluppare una visione più ad ampio raggio su quella che è la patrimonialità. Questo è il concetto.
A.S.: Bellissimo, infatti io su questo ci sto puntando moltissimo perché, come hai sentito nelle altre puntate che ho già fatto, ho fatto un’intervista ad un notaio, un’intervista ad un avvocato, un’intervista ad un commercialista.
Ognuno ha la sua area però va integrata perché, giustamente come hai detto te, ognuno di noi che ha un minimo, anche una casa, quello è un patrimonio e va protetto come non solo i soldi sul conto corrente o quelli investiti in fondi o in azioni, ma la casa, il patrimonio, la successione, la protezione della propria famiglia. Questo è il discorso del patrimonialista e serve l’integrazione di tutte le varie competenze.
M.P.: Chiaro. Anzi, ti dirò di più. Quando uno entra con la corretta visione, quindi la mentalità, “l’occhio” del patrimonialista, ha due obiettivi: il primo è quello di aiutare a far crescere il proprio cliente, tanto quanto lui.
Nel senso che il consulente finanziario evoluto, quindi che cresce ed evolve, deve avere la capacità di trasmettere la stessa visione e gli stessi valori al suo cliente. In modo tale che il cliente percepisca l’opportunità di andare a parlare anche di altre cose.
Quindi questo è un passo importante. Dopodiché, quando si vanno a prendere in considerazione i vari asset patrimoniali di un cliente – quindi oltre alla parte finanziaria andiamo ovviamente a vedere quale è la parte immobiliare, la parte aziendale, il modello di famiglia, eccetera – quello che impara il consulente finanziario evoluto, quindi un patrimonialista, è che il primo asset patrimoniale da gestire si chiama rischio. È chiaro? Noi, se ci pensiamo bene…
A.S.: Però, perdonami, Massimo. Rischio non inteso a livello finanziario, rischio inteso come copertura assicurativa…
M.P.: Rischio a 360°.
A.S.: Esatto. Rischio assicurativo, rischio finanziario… rischio di tutto quanto. Perché poi le persone pensano solo se perde la borsa, ma non è solo questo. Si rischiano tantissime altre cose.
M.P.: Guarda, purtroppo adesso abbiamo un esempio proprio vicinissimo a tutto quello che è successo a causa del maledetto Coronavirus, ne parlavamo spesso nei giorni di massima tensione dei mercati. Giustamente la gente è allarmata, è preoccupata, perché ha paura di perdere i propri soldi, ovviamente vede e sente i titoli nei giornali, nei media, eccetera eccetera, ed è spaventato. In realtà, statisticamente, quello è il minor rischio patrimoniale per una famiglia, quello che loro percepiscono come il maggiore solo perché ovviamente è emotivamente coinvolto.
In realtà i più grandi rischi patrimoniali, cioè quelli che vanno a intaccare in maniera determinante sul patrimonio, sono quelli per i quali non c’è una minima attenzione da parte dei clienti.
Cioè per farti capire, io che mi occupo quotidianamente di patrimonialità, ti dico che una successione ereditaria mal gestita oppure proprio non gestita, può andare a intaccare il tuo patrimonio in misura del 50% in un colpo solo. Perché? Divisioni ovviamente che non vengono fatte, quindi cointestazioni da dividere, dove si paga, dove si litiga, dove si devono andare a pagare gli avvocati.
Gli immobili, che molto spesso ovviamente creano problemi di comproprietà e quindi di gestione, ma le aziende, prova a pensare il valore di un’azienda che è un asset patrimoniale di per sè che produce altri asset patrimoniali e che quando è sana produce ricchezza, se non gestita correttamente nella fase fisiologica e patologica, va ad incidere in maniera determinante sul patrimonio anche per valori oltre il 50%.
Quindi, un buon consulente patrimoniale sa che il primo asset da gestire si chiama “rischio” e rischio in senso ampio. Rischio può essere la crisi di un rapporto di coppia, una successione ereditaria, può essere malattia o incidente sul lavoro.
Quindi se io conosco il rischio… è difficile andare ad eliminare tutti i rischi possibili, è umanamente impossibile, anche solo se pensiamo al rischio salute…
A.S.: Però ci sono dei rischi che possiamo gestire.
M.P.: Noi possiamo fare una cosa più intelligente e più produttiva. Se noi sappiamo, perché abbiamo l’intelligenza e la preparazione che non possiamo eliminare tutti i rischi e che è umanamente possibile, possiamo fare qualcosa di più intelligente: andare a eliminare o limitare al massimo l’impatto che deriva dal verificarsi del rischio, cioè il danno.
Quindi se io vado a gestire in maniera corretta è ho una strategia che mi va a limitare al massimo l’impatto del verificarsi di un rischio, è chiaro ovviamente che se anche si verificherà quel rischio – e io cerco e spero che non si verifichi mai – io sarò pronto e tutelato finché ovviamente non vado a far danni. Questa è la cosa più importante e questo non può derivare se non da una strategia operativa preventiva.
A.S.: Adesso abbiamo fatto un po’ di teoria però lo sai, a me piace molto fare anche la pratica e se lo chiedo a te, tu sei il massimo della pratica! Diamo magari uno, due o tre esempi che si attagliano mediamente ai risparmiatori italiani.
Io penso sempre al classico imprenditore che ha una sua azienda, magari ha un precedente matrimonio con un figlio del primo matrimonio, poi si è risposato, ha un altro figlio, anche delle case sue personali e dei soldi investiti in banca.
Chiaramente non investe la maggioranza dei risparmiatori, però è un caso molto importante in cui fare la gestione patrimoniale di questa persona è importantissimo. Sicuramente te ne saranno capitati tantissimi, mi fai un esempio che ti è capitato di come l’hai gestita, come l’hai trovato e come l’hai curato, il prima e il dopo.
M.P.: Allora, attenzione, l’esempio in due parole che hai descritto e che potrebbe essere una situazione oggi più o meno diffusa, in realtà rispecchia tante situazioni irreali. Perché? Già il fatto che tu mi abbia detto “imprenditore” io, faccio una premessa, quando parlo con le persone, quando faccio la formazione per altri consulenti e per altre professioni, dico che nella consulenza patrimoniale ogni parola ha il suo peso.
Quindi la parola o il discorso – che per chi non è un addetto ai lavori sono solo parole o parole diffuse, in realtà chi ha l’occhio, l’orecchio e ovviamente la sensibilità del consulente patrimoniale, ogni parola ha il suo peso.
Quando tu mi dici “imprenditore” e “azienda” quindi, poi mi dici “risparmi”, mi dici “figli da un’attuale e precedente relazione” è chiaro che tu mi abbia aperto un mondo, io potrei parlarne per giornate con il cliente che ho davanti.
A me capita spesso di entrare in contatto con persone che non hanno mai affrontato questi temi, perché fino ad oggi pur avendo tantissimi professionisti e preparati nelle loro materie, è mancata la figura specifica, cioè chi in maniera professionale quotidiana si occupasse proprio di questo, e si sentono dire cose che nessuno gli ha mai detto.
L’esempio tipico è questo: abbiamo un imprenditore che, ad oggi fortunatamente nonostante le mille difficoltà, l’attività va bene e lui si trova ad avere ovviamente una ex compagna, si trova ad avere ovviamente una compagna attuale che può essere una moglie o una convivente , perché oggi sono molto diffuse le convivenze come forma sociale…
A.S.: Ormai è anche d’uso matrimoni tra persone dello stesso sesso, convivenze tra persone dello stesso sesso. Non è poi così inusuale, c’è di tutto.
M.P.: Ormai diciamo che la normalità è questa, la diversificazione delle famiglie, ormai bisogna farci i conti un po’ in tutti i settori. Questa persona se tu la incontri, ovviamente lei è felice. Che cosa dice? “Ho il patrimonio, ho dei bellissimi bambini, si vogliono tutti bene, con la mia ex compagna ormai ho sistemato e adesso sono della mia nuova compagna. Va tutto bene.” Io in realtà sottolineo questo: va veramente tutto bene? Fatti delle domande.
Allora gli dico “Fai i dovuti scongiuri, che non si sa mai succede nella vita. Tu hai mai pensato cosa ne sarebbe della tua patrimonialità e l’impatto che potrebbe avere, in questa tua famiglia, una tua mancanza attuale?” e lui dice “No, i beni ovviamente andranno alla mia famiglia.” Come andranno alla tua famiglia?
Attenzione, qui il primo problema è questo: c’è un’azienda e se c’è un’azienda produttiva, che sarà un gioiellino ovviamente che produce ricchezza per la famiglia, sennò noi abbiamo individuato in maniera preventiva chi e ovviamente come dovrà avere continuità quell’azienda, già potrebbe essere un grosso problema.
Perché ci si troveranno tutti insieme, l’attuale compagna se sei sposato, ci si troveranno i figli che hai avuto oggi e i figli che hai avuto dalla precedente relazione. Io ti auguro ovviamente che questi vadano tutti d’accordo, ma te lo dico che statisticamente non andranno d’accordo. Bravissima. Io lo dico, purtroppo devo essere chiaro e realistico.
A.S.: Io ho scritto un articolo, ho fatto anche un podcast, sulla storia della famiglia dei Caprotti.
M.P.: Bravissimo, ci stavo arrivando!
A.S.: Non ci eravamo concordati su questo! È un classico esempio, lo conoscono tutti. Caprotti Esselunga?
M.P.: Certo. Se lui avesse detto “Guarda, qua ci son tanti di quei soldi di quel patrimonio che possono star bene loro, i loro figli, i loro nipoti…”, avrebbe potuto farlo. Ma da uomo intelligente com’era e da uomo che ha costruito da zero il patrimonio che ha costruito, lui ha fatto ovviamente quello che dovrebbe fare qualsiasi imprenditore, grande o piccolo che sia. Cosa significa?
Dare continuità, dettare le regole future di quello che hai creato te. Lui che cosa ha fatto? Non ha stravolto niente, ha fatto solamente un buon testamento con il quale ha deciso chi avrebbe dovuto continuare quell’attività e che quindi aveva il controllo, le redini dell’azienda. Ovviamente non è che gli ha tolto qualcosa, ha dato quello che comunque gli andava per legge ma senza creare quelle interferenze che avrebbero ovviamente creato e, già c’erano delle problematiche in vita, minato la continuità dell’attività aziendale, sicuramente.
Attenzione, qua ovviamente è l’esempio dell’azienda, ci mancherebbe.
A.S.: Massimo, fammi fare un piccolo appunto: Nonostante lui avesse pensato in vita a tutto, fatto delle divisioni, diviso a chi andava l’azienda e a chi andavano i soldi, nell’intervista che c’è stata su Repubblica di affari e finanza di due o tre settimane fa, il figlio grande di Caprotti ha dichiarato “Io nel momento che ho ricevuto una parte di questi beni in successioni, non avevo i soldi per pagare le imposte dello Stato.”, ed è una cosa incredibile se tu pensi ad una persona che ha miliardi, non è uno che guadagna 1000 euro al mese, però lui siccome non aveva programmato bene per se stesso il momento in cui avrebbe avuto questi beni, se non avesse fatto l’accordo con le sorelle (è tutta una cosa complicata), ci rendiamo conto? Una persona del genere che dice “non avevo i soldi per pagare le imposte e le successioni”. Questa è una cosa che capita e penso che tu vedrai spessissimo.
M.P.: È molto diffusa, certo, ma non è percepita come rischio. È per questo che ti dicevo prima, quando tu hai un patrimonialista davanti, ti vede tutti rischi ovviamente che ruotano attorno a te in questo senso, tu prova a pensare – altro esempio – noi italiani tradizionalmente abbiamo investito molto sul mattone, se tu pensi alle famiglie ovviamente di generazione precedente la nostra, quando avevano quattro soldi in banca compravano un appartamento e così via hanno costruito un mondo di mattoni, che per carità ha dato delle soddisfazioni, delle stabilità, oggi comincia un po’ ad essere più difficile da gestire. Se tu, nella carta, oggi sei ricco perché hai 10 appartamenti ma hai poca liquidità, devi capire che se ti succede qualcosa, creerai un grosso problema ovviamente ai tuoi figli.
Perché tu hai un patrimonio importante ma immobilizzato e poco liquido, ma le imposte che dovranno pagare – le imposte sono di due tipi: le ipocatastali che le paghi comunque e quelle ovviamente di successione se superi le franchigie. Ecco, quelle vanno pagate con la parte liquida del patrimonio, che se tu non l’hai è un grosso problema, ti dovrai indebitare per portare a casa quello che è tuo tra virgolette…
A.S.: Anche perché, Massimo, diciamo un’altra cosa: oggi alle banche non importa niente se tu hai dieci immobili, loro guardano solo il reddito che tu hai in mano, quindi se ti presenti in banca con dieci immobili che valgono due milioni di euro ma hai zero reddito, perché magari sei un erede che non ha niente di reddito, non ti danno niente. Quindi sei costretto a vendere e molte volte svendere questi immobili, per avere la liquidità per pagarti le tasse per avere quest’eredità. Ti succede spesso?
M.P.: Guarda, è all’ordine del giorno, perché purtroppo non essendoci una pianificazione preventiva, se ne accorgono quando è troppo tardi e poi si complicano molto le cose, ti spiego anche questo perché. Per esempio il caso nostro di cui abbiamo fatto l’esempio, uno facciamo finta che è sposato ed ha dei figli, in questo caso addirittura figli di primo letto e figli secondo letto. Cosa succede se lui viene a mancare e non ha pianificato? Significa che una quota di quel patrimonio, e dentro ovviamente c’è patrimonio non liquido perché ci sono quote aziendali e immobili, andranno una quota alla moglie attuale e una quota divisa tra i figli. Che cosa succede? Su quegli immobili, che abbiam detto importanti, andrà a pagare per lo meno le imposte ipocatastali la moglie, oltre i figli sulla quota che ha di valore, quando poi tra un giorno, tra un anno, dieci anni verrà a mancare anche la moglie, sulla stessa quota dove lei ha già pagato…
A.S.: Li pagano!
M.P.: E pagano un’altra volta! Io mi sbatto la testa al muro quando in questi giorni si parla dell’imposta patrimoniale, super allarmismo, eccetera eccetera… la gente non si rende conto in realtà delle patrimoniali che ha già e non ne parla nessuno. Il modo più semplice per buttar via soldi, proprio per buttarli dalla finestra e bruciarli, sono i doppi passaggi che si possono evitare.
Da marito a moglie, da moglie a figli, da figli a nipoti e bruci patrimoni. Se uno pianifica e capisce come funziona perché ha parlato con una persona che di questo si occupa, con un passaggio lineare riesce a fare due o tre passaggi generazionali e paghi una volta.
Capisci? Quindi alla fine, quello che noi diciamo, se tu ti concentri veramente su queste tematiche, tu capisci che il guadagno vero, l’investimento vero che dovresti fare, non è solo ed esclusivamente quello “sacrosanto finanziario”, ci mancherebbe, ma in realtà il vero guadagno ce l’hai con questo investimento. Investire sulla consulenza patrimoniale, perché è quella che ti brucia praticamente magari tutte le cedole e i dividendi che hai avuto in dieci anni o in vent’anni, quindi li bruci in un attimo solo. Bisogna capire dov’è il vero guadagno e dove bisogna investire. La consulenza patrimoniale è quella che da continuità al tuo patrimonio.
A.S.: Poi, diciamo anche un’altra cosa importante, Massimo. Tu sei sempre più aggiornato di me e più esperto. Oggi in Italia siamo ancora siamo un paradiso fiscale sotto il discorso di quante tasse paghiamo sulla successione, altro rischio è quello di ritrovarci magari fra sei mesi o fra un anno che la patrimoniale che metteranno sarà l’aumento delle tasse di successione.
M.P.: Chiaro. Sì, noi oggi godiamo di un trattamento fiscale successorio, sicuramente di estremo favore rispetto a quello che è la situazione degli altri Stati Europei. Noi sappiamo che tutti i parenti in linea retta, quindi discendenti e il coniuge, godono di una franchigia pari ad un milione di euro. Quindi fino ad un milione di euro di patrimonio globale, non si paga nulla.
Quando supera un milione di patrimonio – un milione intendo per ciascun figlio e moglie, quindi se ho due figli e una moglie sono tre milioni – pago il 4%. Sicuramente è una situazione di favore perché esiste solo in Italia. Qual è il problema? Che siamo di fronte ad un periodo storico particolare e insomma, al di là ovviamente degli allarmismi, dei falsi allarmi, ti porteranno via soldi dal conto… insomma quelle cose là che secondo me dovremmo un po’ evitare in questo momento…
Cosa succede? Che comunque lo Stato dovrà arrivare ovviamente ad avere delle entrate per andare a compensare l’uscita attuale, e sicuramente se noi andiamo a vedere dove c’è spazio, se io vado a togliere ovviamente la parte finanziaria dove siamo già al 26% e ci vado a togliere imposte sulle case che sono già abbastanza aggravate, secondo me è l’unica situazione in cui c’è spazio e sarebbe un’entrata certa è sicuramente l’imposta di successione/donazione.
A.S.: Anche perché c’è una proposta di legge giacente da due o tre anni, che dice di alzarle, che l’hanno da una parte per non creare problematiche in questo momento che stiamo affrontando altre cose, ma esiste già una proposta per alzarle, non stiamo parlando del niente, ecco… questo è il discorso.
M.P.: L’ultima proposta di leggeche ci rende tutto estremamente realistico, quindi non stiamo parlando di chissà cosa e quindi era già prevista, era stata introdotta nel 2015 dal governo Renzi. Poi non è andata avanti solamente perché è caduto il governo Renzi ma prevedeva un drastico taglio della franchigia, quindi il milione scendeva a 500mila euro.
Inoltre, ovviamente, c’era l’aliquota che non era più del 4% ma era progressiva, quindi più patrimonio avevi e più si alzava ovviamente a scaglioni l’aliquota di applicazione.
Quindi se fortunatamente per il momento non è entrata in vigore per i motivi, ovviamente, di tutto ciò che è successo, in realtà possiamo pensare che oggi sia realistica la possibilità di una introduzione, sicuramente anche solo per allinearci rispetto al resto d’Europa.
A.S.: Mi piaceva sottolinearla questa cosa perché sfugge, come detto te, al comune sentire di paure su certe cose ma esistono delle cose che sono già lì messe da una parte.
M.P.: Altra cosa importante di cui se ne parla poco o niente è la cosiddetta riforma del catasto. Noi abbiamo un grosso patrimonio immobiliare come media come italiani, molto più alto di altre famiglie a livello di famiglie in Europa.
Noi, quello che paghiamo oggi è calcolato a livello catastale e sappiamo che pur ovviamente essendoci l’aggiornamento dei valori catastali, sono valori ancora molto bassi. Però attenzione, la legge di riforma del catasto è già entrata in vigore cioè è già legge la riforma del catasto. Mancano solo gli aggiornamenti veri che tendenzialmente dovrebbero arrivare ai valori di mercato.
A.S.: Facciamo un esempio pratico: un immobile che oggi vale 300mila euro a comprarlo, catastalmente quanto vale su per giù?
M.P.: Per carità dipende ovviamente dal luogo di dove si trova ma un terzo, posso avere un terzo. Quindi oggi sul milione di franchigia, hai immobili che valgono un terzo rispetto al valore reale di mercato. Se tu ci pensi che se ci portano i valori del catasto ai valori di mercato, potrebbero ovviamente triplicare di valore a livello fiscale e quindi pago le tasse su valore tre volte più alto rispetto all’attuale.
A.S.: Quindi anche senza alzare la tassa basta alzare i valori degli immobili.
M.P.: Sì. Quando faccio i miei dossier patrimoniali, perché di questo mi occupo, faccio ovviamente il valore attuale e faccio una proiezione di quello che potrebbe essere in futuro. Ovviamente io non ho la certezza del futuro, faccio riferimento all’ultima proposta di legge e faccio riferimento alla variazione dei valori di catasto. Quando uno vede che oggi è “X” e domani potrebbe essere “X+100”, capisce quello che potrebbe essere il futuro.
Attenzione, io dico sempre che una buona pianificazione patrimoniale non dovrebbe essere dovuta solamente all’aspetto fiscale ma è evidente che l’aspetto fiscale giochi un ruolo fondamentale e non può essere completamente non preso in considerazione. Quindi, le famiglie dovrebbero capire cos’hanno in mano, che tipologia di patrimonio hanno, che tipologia di famiglia hanno.
Perché, se ci pensiamo, abbiamo parlato del famoso milione di franchigia però se tu rientri tra la famosa categoria di conviventi che sono sempre diffusi, loro hanno zero franchigia. Quindi a maggior ragione dovresti capire e pianificare per non lasciare un problema anziché patrimonio.
Quindi se lascia ad un figlio un milione di euro di patrimonio, lui va esente fino a un milione. Se io lascio ad una mia compagna un milione di euro di patrimonio, lei deve pagare l’8% + il 3% di ipocatastali sugli immobili e significa l’11%. Cioè deve avere in tasca 110mila euro per avere i suoi beni.
A.S.: È un po’ difficile avere liquidi così da un momento all’altro, eh. Non è proprio facile.
M.P: Però questa cosa non gliela dici a nessuno. Capisci quanto è un ruolo chiave quello di un patrimonialista.
A.S.: D’altra parte, lo stavamo affrontando ma non lo abbiamo affrontato, è quando uno ha una azienda, se poi muore e non ha deciso prima chi gestirà l’azienda, le quote societarie, questa azienda può anche andare a chiudere perché se magari si mettono a discutere fra ex moglie, moglie, figli prima e dopo, chi, cosa, come e dove… magari quell’azienda si distrugge.
M.P.: Chiaro, ma tu prova a pensare all’esempio di prima. Abbiamo una ex moglie, una moglie attuale e tre figli. Due dalla precedente e uno dall’attuale…
A.S.: Tu stai dicendo che possono convivere insieme nel gestire una azienda del padre che è morto…
M.P.: Bravissimo, ma ti dirò di più. Siccome magari io ho la ex moglie che immagino che con la mia moglie attuale non siano proprio amiche. Può succedere però statisticamente mi vien da dire di no. Facciamo finta che i figli della prima moglie e della seconda moglie siano ancora minori. Quindi chi è che tra di loro si dovrà mettere d’accordo per il futuro dell’azienda? Le mamme per i figli. Come lo vedi tu il futuro di un’azienda in cui due ex moglie si devono trovare a tavolino e parlare del futuro dell’azienda?
A.S.: Molto male…
M.P.: Perfetto, ci siam dati la risposta da soli. Ecco che ci sono gli strumenti validi per prevedere tutto in vita…
A.S.: Infatti era questa la domanda…
M.P.: … senza spogliarsi di niente finchè sono in vita, quindi non mi cambia di una virgola e se cambio idea posso cambiare. L’importante però è pensarci prima. Le soluzioni ci sono sempre, sono le strategie che mancano perché manca chi sensibilizza in questo senso.
A.S.: Abbiamo spaventato tutti, abbiamo presentato gli scenari peggiori però possiamo dargli delle soluzioni che li mettono al riparo da tutto quello che abbiamo detto. Esistono, basta solo parlare con noi, dirci tutto, dirci quello che loro si aspettano di fare – perché quella è un’idea loro, loro devono dirmi cosa vogliono fare del loro patrimonio – e noi gli costruiamo delle soluzioni finanziarie, assicurative, previdenziali e legali che li mettono in grado di stare tranquilli per tutta quello che abbiamo detto. Questo è, non è che non ci stanno soluzioni.
M.P.: Assolutamente, anzi, ci sono più soluzioni. Cosa si tratta di fare? Una cosa molto semplice, fare quello che tutti dovrebbero fare ma che non c’è la cultura ancora di fare, quello che in altri Stati Europei è la normalità. Significa fare i propri interessi patrimoniali, se ci pensiamo, e non è da spaccarsi la testa o da buttar via milioni di euro, è tutto molto semplice. Si parte da una mappatura, cioè “tu chi sei, com’è fatta la tua famiglia, qual è il tuo patrimonio”, quindi una fotografia, ok? Dopodiché si raccolgono le volontà e le idee ovviamente della persona e delle persone che hai davanti, e si crea un progetto personalizzato.
Questo è quello che dovrebbe avere ogni famiglia. Poi un punto d’arrivo ogni volta è un punto di partenza perché nel corso della vita puoi avere ovviamente un’altra casa, puoi vendere una casa, puoi avere dei figli che non avevi e quindi va aggiornato nel tempo. Dovrebbe essere una cosa normale che ha, il fascicolo nel suo cassetto, ogni famiglia italiana. Perché è assurdo che noi siamo tradizionalmente bravi, imprenditori, lavoratori, risparmiatori, abbiamo talento, intuito e quello che gli altri ci invidiano, però ci manca questa cultura della corretta gestione del patrimonio.
Quindi, secondo me è un po’ assurdo che le famiglie non si rendano conto dell’opportunità di fare piuttosto che lasciare al caso, indubbiamente.
A.S.: Perfetto. Senti Massimo, grazie. Siamo riusciti a dare una spiegazione teorica e poi pratica di che cosa vuol dire rivolgersi a un consulente patrimoniale. Tutto quello che è il pericolo e qual è il nostro lavoro per portarli a risolvere queste problematiche che non si sentono molto nella vita normale però, se parlando uno con uno di noi, riescono ad emergere e a trovargli una soluzione.
Questo è quello che volevo che mi aiutassi a spiegare a tutte le persone che ascoltano il podcast. Massimo, ti ringrazio tantissimo. Penso che magari ci risentiremo per entrare magari su qualche altro punto più particolare, oggi abbiamo fatto una cosa generale. Ti ringrazio dell’intervento. Vuoi lasciare a tutte le persone che sentiranno il podcast dove possono eventualmente trovarti, scriverti e soluzioni?
M.P.: Intanto ringrazio te ovviamente per l’invito, è stato un piacere. Ringrazio tutti coloro che ascolteranno questa registrazione. Detto questo chiunque volesse contattarmi, oltre che contattare te, possono scrivermi alla mia mail che è massimo.perini@kleros.it. Rispondo a tutti.
A.S.: Perfetto. Grazie ancora, ci sentiamo prossimamente. Buon lavoro, tanto io ti scoccerò sempre perché lo sai che quando ho queste problematiche sei il mio punto di riferimento.
M.P.: Grazie Alfonso, complimenti ancora per il lavoro, grazie.
A.S.: Ciao, alla prossima!
Se vuoi ascoltare la puntata in podcast clicca qui sotto
GUARDA IL MIO VIDEO